“Ragni” su Marte? Ecco cosa spiega questa sorprendente osservazione dell’ESA

“Ragni” su Marte? Ecco cosa spiega questa sorprendente osservazione dell’ESA
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ESA Veduta di ExoMars dei “ragni di ghiaccio” su Marte.

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Veduta di ExoMars dei “ragni di ghiaccio” su Marte.

SPAZIO – “Ragni su Marte”? È quanto afferma l’Agenzia spaziale europea (ESA) in un recente comunicato stampa. Ovviamente non si tratta di una specie di extraterrestri e tanto meno di ragni terrestri che hanno colonizzato il pianeta rosso. In realtà si tratta di un fenomeno climatico. Questa scoperta è il risultato del lavoro dell’ExoMars Trace Gas Orbiter dell’ESA. Ha scattato immagini nella regione polare a sud del Pianeta Rosso. Possiamo vedere forme stellate scure sulla superficie del pianeta, come mostrato nell’immagine all’inizio di questo articolo.

“Queste piccole caratteristiche scure si formano quando il sole primaverile cade su strati di anidride carbonica depositati durante i mesi bui dell’inverno”, si legge nel comunicato stampa dell’ESA pubblicato il 24 aprile. L’Agenzia spaziale europea ha una chiara spiegazione per questo fenomeno: “La luce solare fa sì che il ghiaccio di anidride carbonica si trasformi in gas”. Il gas poi si accumula e infine erutta nella primavera marziana. Man mano che il gas emerge, la polvere e la sabbia vengono gradualmente spinte verso l’alto e creano gigantesche fontane che poi ricadono sul pianeta. Mentre prende piede, crea macchie scure a forma di ragno.

Un fenomeno marziano di pareidolia

Ciascuna delle sue forme misura tra 45 metri (150 piedi) e 1 chilometro (0,6 miglia) di diametro. Ma perché parlare di “ragni” quando non sono altro che polvere e crepe di ghiaccio? La risposta è in una parola: pareidolia. Questo fenomeno è il motivo per cui a volte vediamo forme umane o familiari negli oggetti o nei paesaggi. Una testa su un tronco d’albero, una nuvola a forma di animale, gli esempi sono legioni.

Se la pareidolia esiste, è per un vecchio motivo. Nel suo libro Il mondo infestato dai demoni: la scienza come una candela nell’oscurità, l’autore Carl Sagan spiega che la capacità di identificare le minacce era incredibilmente importante per la nostra sopravvivenza. Migliaia di anni fa, gli antenati degli umani fuggivano ogni volta che vedevano una forma potenzialmente pericolosa.

A volte aveva ragione perché era un predatore, a volte no. Questo riflesso ha consentito la selezione naturale e questi geni sono stati trasmessi fino ai giorni nostri. “Il nostro cervello cerca costantemente di dare un senso al mondo esterno. Questi schemi aiutano il cervello a decidere come rispondere o comportarsi per sopravvivere.”spiegato per Scienza IFL il dottore in psicologia Jess Taubert. E a volte ci fa vedere i ragni su Marte.

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