Ciao Viaggio? L’oggetto umano inviato più lontano nell’universo ha appena restituito segni di vita dopo 24 miliardi di chilometri

Ciao Viaggio? L’oggetto umano inviato più lontano nell’universo ha appena restituito segni di vita dopo 24 miliardi di chilometri
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Una vista della sonda Voyager 1.

Atlantico: Quali sono state le principali sfide tecniche da superare https://twitter.com/ericlagadec/status/1782767159422210389?s=43&t=5-_QvRAMGBxrPARNqMd92w dopo una prolungata perdita di contatto?

Anna Alter: Tutto è una sfida in questa storia. Le sonde Voyager 1 e 2 rappresentano già di per sé una sfida e non è detto che oggi l’umanità con la sua gestione economica si dia i mezzi per affrontarne una di questa natura. Quando ero studente all’Osservatorio di Meudon, ho avuto la possibilità di avere come assistente il professore André Brahic che era il Monsieur Voyager France e ci ha parlato con grande entusiasmo di questo progetto tanto costoso quanto ambizioso che non aveva altro obiettivo se non per far avanzare la conoscenza sorvolando i pianeti giganti del nostro sistema solare.

Le due sonde gemelle furono lanciate nel 1977 a meno di un mese di distanza l’una dall’altra, Voyager 2 la prima il 20 agosto, Voyager 1 la seconda il 5 settembre ed entrambe come bottiglie in mare portano un messaggio ottimistico all'”attenzione degli extraterrestri per raccontare casomai per miracolo ne individuino uno vicino casa loro,” ciao siamo qui nell’Universo, uomini e donne che hanno una cultura scientifica, ma non solo… Facciamo anche letteratura, pittura, cinema, musica mentre giriamo sul terzo pianeta dalla nostra stella. Una sfida durissima all’intelligenza, la nostra e quella che si sarebbe evoluta sotto altri cieli al punto da riuscire a comprendere il disco d’Oro da noi inciso.

Da 46 anni Voyager 1 e 2 navigano insieme nello spazio e hanno varcato da tempo i confini del nostro sistema, il Sole non esercita più alcuna influenza su di loro, sono libere come l’aria, finalmente si può dire, perché dove non ci sono neanche un po’… Manteniamo i contatti a distanza il più a lungo possibile affinché ci mandino informazioni sulle terre lontane e sconosciute che attraversano, solo che di tanto in tanto perdiamo la comunicazione e la sfida è diagnosticare da molto lontano, in questo caso circa 24 miliardi di chilometri, di cui non abbiamo più notizie. La Voyager 1 aveva inviato segnali confusi per diversi mesi, come se fosse affetta da senilità, e gli ingegneri preoccupati della NASA finirono per dire che si trattava di un problema del chip. Sono riusciti a isolare la parte difettosa, più che una sfida, un exploit visto che per ogni comando dobbiamo aspettare la risposta più di 40 ore, il tempo di un viaggio di andata e ritorno alla velocità della luce e dobbiamo dispiegarci parecchio di pazienza nell’azzurro per far rispettare gli ordini della terra… Fatto, la comunicazione è appena stata ristabilita e si sono percepiti chiari segnali.

In che modo le immagini catturate dalle sonde Voyager hanno influenzato la nostra comprensione e percezione dei pianeti del Sistema Solare, in particolare quelli di Giove, Saturno, Urano e Nettuno?

Tutto quello che sappiamo in dettaglio su Giove, Saturno, Urano e Nettuno ci è stato trasmesso dalle sonde Voyager. Dalla Grande Macchia Rossa sul ventre della prima e il suo complicato funzionamento agli anelli invisibili della terra, compresa la sua atmosfera, il vulcanismo del suo satellite Io e la superficie striata di Europa. Dalla struttura degli anelli del secondo e dall’atmosfera del suo Titano. Dalle superfici color menta all’acqua degli ultimi due, i più lontani…. Le sonde Voyager si sono avvicendate per darci una visione precisa dei mondi dei giganti che portano tutti anelli più o meno sottili, noi non Non so davvero perché.

Che impatto hanno avuto le iconiche fotografie della Terra scattate dalla Voyager 1, in particolare quella del 14 febbraio 1990, sulla coscienza collettiva dell’umanità riguardo al nostro posto nell’universo?

Questa foto della Terra vista dal cielo scattata a più di sei miliardi di chilometri di distanza è stata uno shock, una bellissima lezione di umiltà, il nostro pianeta era solo un pallido puntino azzurro ed è così che è stata battezzata questa foto storica! Ancora oggi è la fotografia più lontana che sia stata scattata al nostro globo…

Con gli attuali progressi tecnologici, quali nuove possibilità si aprono per l’esplorazione spaziale oltre ai risultati delle sonde Voyager?

Il sistema solare vale il viaggio e nessuna tecnologia, per quanto avanzata, potrà sostituire i veri viaggi interplanetari. Come quelli della Voyager che con apparecchi vecchi di mezzo secolo hanno dato risultati mai eguagliati… Non siamo mai andati così lontano, tanto bello, è un gigante… Invece di restare con i piedi nello stesso zoccolo sulla terra, dobbiamo muoverci e intraprendi nuove avventure spaziali altruistiche. Conoscenza per il bene della conoscenza a lungo termine…

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