Hai avuto un problema con la vela di prua questo venerdì mattina: quanto questo ti penalizzerà per la fine della regata?
Mi sono sparato ad un piede ieri sera. È più fastidioso aver sprecato un’ora e mezza cercando di riaverlo che per il resto stesso. Non è un grosso problema non averlo. Nemmeno io ero lontano dal cambio delle vele. Ma le due ore sprecate non mi aiuteranno affatto. Potrebbero essere 40 miglia perse. E’ così! La rottura capita a tutti di tanto in tanto. Fino ad allora ero piuttosto risparmiato. Sapevamo che questa vela era un po’ limitata, c’erano state altre rotture nella flotta in passato. Forse l’errore è stato non porre un modello superiore in termini di resistenza. L’errore potrebbe non essere avvenuto oggi, ma potrebbe essersi verificato diversi mesi fa. Non è molto serio.
A quattro giorni dal traguardo e 200 miglia dietro Charlie Dalin, quale sensazione prevale?
La soddisfazione del bellissimo Vendée Globe che stiamo realizzando attualmente. E allo stesso tempo è anche bello vedere lo scenario meteorologico che abbiamo fino alla fine e che sembra abbastanza piacevole. Una lunga tappa sottovento fino all’ingresso del Golfo di Biscaglia e un po’ di bolina nel sud della Bretagna alla fine. Ma siamo entrambi abbastanza ben tutelati dal tempo che ci aspetta. Nei momenti più spiacevoli siamo caduti tra le gocce. Sono felice, non sarà troppo violento alla fine. Il percorso questa mattina (venerdì) è stato di cinque giorni e un’ora: cioè mercoledì mattina. E se facciamo presto, martedì sera…
Preferisco diffondere. Dopo non devi fare nulla di stupido. Nemmeno adesso è il momento di rompere tutto.
Come stai affrontando questi ultimi giorni di gare?
Comunque all’attacco! Possono verificarsi anche problemi tecnici. Affronteremo un lungo lato di poppa, è un ritmo che mi piace e ho una barca piuttosto adatta a questo. Preferisco diffondere. Dopo non devi fare nulla di stupido. Nemmeno adesso è il momento di rompere tutto.
Ci credi ancora?
Sì, in modo casuale. Senza alcun rischio, sembra ancora complicato. Avere. Non lo so davvero. È difficile da descrivere. Il finale non è ancora molto chiaro. Con l’anticiclone sarà costretto prima o poi a riallinearsi. Gli costerà davvero oppure no? È complicato da dire.
Cosa puoi fare?
A parte fare del mio meglio, non posso fare nulla. Oggi non c’è spazio per attaccare. Forse verso la fine, all’ingresso del Golfo di Biscaglia, ma prima non c’è nulla. È una linea retta lungo le Azzorre. A parte farlo dritto, veloce e bene… non ho altre leve.
Questo duello all’ultimo sangue è stancante o ti stimola?
È stimolante. Non è estenuante. Essendo comunque secondo, non ho molto da perdere. È ancora una lotta contro Charlie Dalin, è quasi imbattibile a Imoca. Non ho rimpianti per questo risultato. Sono contento di quello che abbiamo fatto finora. Faremo un tour mondiale eccezionale. Batteremo il record in maniera stratosferica. È ottimo. Va tutto bene
Senti già che il traguardo si avvicina?
Non vedo l’ora che arrivi il traguardo. Abbiamo pianificato un po’ tutto questo con il team. Questo pomeriggio inizieremo a fare il debriefing tecnico del tour mondiale perché abbiamo troppa paura di non avere abbastanza tempo dopo. Siamo quasi al seguito. Normalmente verrà Emmanuel Macron, la pattuglia francese, i fuochi d’artificio, le cheerleader… (ride) No, ma non vedo l’ora.
Prima di partire hai detto che il solitario ti è piaciuto, nella media, come lo hai vissuto negli ultimi 60 giorni?
Ho avuto un’esperienza abbastanza buona ma sono felice di arrivare velocemente e di non aver passato troppi giorni in mare. Ma penso di aver preparato abbastanza bene il mio argomento. Avevo un buon livello di preparazione mentale e poi con la connessione internet che abbiamo oggi è piuttosto piacevole poter scambiare idee. Corrisponde al mio profilo in questo. Sono felice di aver apprezzato questo tour mondiale. Pensavo che sarebbe stato molto più difficile. Lo scenario e la mia classifica lo hanno reso ampiamente praticabile e alla mia portata. E’ una vera soddisfazione che le cose stiano andando bene. Lo avevamo preparato bene a tutti i livelli. È stato intenso. Per uno scenario più favorevole sarebbe stato necessario che non fossi rimasto indietro nell’Indiano, per poterlo superare nel Pacifico. Sapevo che risalire l’Atlantico sarebbe stato il suo hobby. Ha avuto un po’ di successo ma anche senza successo non avrei retto la corrente, la sua barca va troppo veloce in queste condizioni.
Pensi ai tuoi cari o rimani concentrato sulla gara?
Sì, assolutamente. Cerchiamo di pianificare tutto in modo che si svolga nel modo più fluido possibile perché ovviamente ci sono tante persone da accontentare in termini di disponibilità: i media, la squadra, la famiglia, gli sponsor, gli amici. Penso che ci saranno molti amici che verranno ad accogliermi. Sarà denso, questo è certo. E un po’ di riposo. Sappiamo che durerà dieci giorni… Dobbiamo gestire bene questo momento, non deve diventare una costrizione eccessiva. Sono ansioso di farlo. Non ho mai avuto troppi problemi ad affrontare questi momenti.