Seconda vittoria francese per Vauquelin, prima dimostrazione del binomio Pogacar-Vingegaard al passo di Roglic… I top e i flop dopo la seconda tappa del Tour.
TOPS
Ottima prima per Vauquelin e Arkéa-B&B Hotels
Il giorno dopo il grande giorno di Romain Bardet, Kévin Vauquelin ha prolungato il dolce vita del ciclismo francese vincendo domenica a Bologna la seconda tappa del Tour de France. Partito molto presto in una fuga subito convalidata dal gruppo, il normanno del team Arkéa-B&B Hotels è uscito nel momento migliore, con tre compagni di fuga, prima di fare la differenza nelle grandi percentuali della salita finale di San Luca. Gli ultimi 13 chilometri sono stati poi un gioco da ragazzi, per lui lo specialista del tempo (2° in Francia la settimana scorsa). È tempo di godersi una grande felicità anche per il corridore 23enne, “in fondo al secchio” il giorno prima e già “vendetta” questa domenica. La vendetta è stata brutale, ed eccolo già vincitore di tappa al Tour alla sua prima apparizione, dove ha regalato alla squadra bretone una prima vittoria inevitabilmente storica.
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Pogacar non voleva restare
La maglia gialla ha ritrovato spalle molto più familiari di quelle di Romain Bardet. In giallo per la prima volta in carriera questa domenica, l’Auvergnat è stato spodestato della casacca da Tadej Pogacar, quarto il giorno prima e arrivato pochi secondi prima a Bologna domenica. Già insaziabile, l’orco sloveno ha puntato con brio sulla maglia gialla, dopo una prima battaglia sul colle di San Luca con Jonas Vingegaard. Non sorpreso dal primo vero falso attacco di “Pogi”, il doppietto uscente ha risposto a ruota rassicurandosi sul suo stato di forma. La battaglia è (già) lanciata.
Abrahamsen, golosa maglia a pois
Bardet, Vauquelin… e Jonas Abrahamsen. Di tutte le battaglie a partire dalla Grande Partenza da Firenze, il cacciatore di taglie Uno-X è l’altro volto di questo inizio del Tour. In testa ad ogni difficoltà della giornata, il norvegese ha rafforzato la sua maglia a pois, conquistando bonus e punti nello sprint intermedio messo a segno a metà percorso, dopo aver superato l’Autodromo di Imola. Instancabile, come quando si è staccato per risalire e cercare i punti nella prima delle due salite della Côte de San Luca, il norvegese ha continuato il suo sforzo fino alla fine per ottenere il secondo posto, battuto solo da Vauquelin.
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FLOPS
Roglic sta (già) cedendo tempo
Inserito tra i favoriti della tappa per aver domato quattro volte la Côte de San Luca, in particolare nel Giro 2023, Primoz Roglic non è riuscito a tenere il passo della coppia Pogacar-Vingegaard. Uscito nell’ultima salita della brutale salita finale (percentuali tra il 16 e il 20% alla fine), giudice di pace del Tour d’Emilie, semiclassica autunnale dove vince ogni due anni (2019, 2021, 2023) , lo sloveno ha già ceduto tempo ai suoi grandi rivali. A differenza di Remco Evenepoel, che ha recuperato con la forza delle sue cosce, lo scalatore del team Red Bull-Bora Hansgrohe è ora relegato a 21 secondi dal trio di testa. Una prima ammissione di debolezza per chi si era comunque rassicurato vincendo il Critérium du Dauphiné all’inizio di giugno.
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Bardet perde la maglia per qualche secondo
Ha corso come un dannato fino al traguardo ma era già troppo tardi. Puntato 21 secondi dopo Pogacar, Romain Bardet si è tolto la maglia gialla per una manciata di secondi, mentre potrebbe senza dubbio considerare di tenerla ancora per un giorno dopo la pausa prevista per questo lunedì. Colpa delle prime scosse della battaglia Pogacar-Vingegaard sul dosso del San Luca, dove l’Auvergne non è riuscito a seguire il ritmo imposto. “Era nell’ordine delle cose oggi, c’erano quattro ragazzi più forti”, confessato TV Francia l’interessato, il quale “aveva ancora dolori alle gambe dal giorno prima». Ma questa prima maglia gialla della carriera, non certo rinunciata senza lottare, è già il segno di un ultimo Tour vincente. E con il suo peso ora rimosso, Bardet potrà giocare di nuovo in futuro. Una benedizione sotto mentite spoglie, in definitiva.
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Nuova giornata all’inferno per Cavendish e Jakobsen
Un inizio di Tour che sembra giorno della marmotta (Un finale infinito, in francese) per Mark Cavendish. Ma a differenza di Bill Murray, non è il freddo ma il caldo soffocante a disturbare il velocista 39enne, che anche questa domenica è arrivato dopo tutti. 25 minuti di spesa che si aggiungono ai 39 del giorno prima, dove il “Missile dell’Uomo” aveva vagato come un’anima perduta lungo il susseguirsi delle coste dell’Emilia-Romagna. Sempre ben circondato, con i suoi compagni di squadra dell’Astana e il suo compagno di sventura Fabio Jakobsen (DSM-firmenich), un tempo tutto solo in fondo alla corsa, il britannico virerà ora verso una tappa più pianeggiante per cercare di uscire dalle sue infinite calvario e puntare finalmente alla sua 35esima vittoria record.
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