La settima partita della finale della Stanley Cup: il sogno di ogni giornalista sportivo

La settima partita della finale della Stanley Cup: il sogno di ogni giornalista sportivo
La settima partita della finale della Stanley Cup: il sogno di ogni giornalista sportivo
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ALBA – Celebreremo la Giornata Nazionale del Quebec un’altra volta! Eccomi in Florida per la settima ed ultima partita della finale della Stanley Cup! Che privilegio!

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Quando la settimana scorsa è arrivata la chiamata del capo, ho sentito subito un’ondata di eccitazione, anche se l’incarico rimaneva incerto. Il valoroso collega Jonathan Bernier era a Edmonton per la sesta partita, poi, dopo la terza vittoria consecutiva per gli Oilers, dovrà presto dirigersi a Las Vegas per il famoso draft della National Hockey League (NHL).

Risultato: sono stato portato fuori dal bullpen con la presentazione di una partita numero 7. Inutile dire che ho seguito da vicino, venerdì sera, l’evoluzione del punteggio durante la sesta partita. Sul 3-0 dopo due tempi ho cominciato a crederci.

Estremamente fortunato

Una settima partita della finale della Stanley Cup è il sogno di ogni giovane giocatore di hockey, che ovviamente immagina di segnare il gol della vittoria ai supplementari.

Personalmente non ho mai giocato a hockey. La defunta Big Pocket League non conta… E anche se il mio interesse per il baseball ha sempre preso il sopravvento, non posso fare a meno di ritenermi estremamente fortunato ad avere l’opportunità, da giornalista sportivo, di garantire la copertura di una simile evento. L’ho anche sognato, in un certo senso. Riconoscimento e gratitudine.

Emozione in vista!

Lunedì sera, la magnifica Stanley Cup, forse il trofeo più bello del mondo, sarà inevitabilmente alzata davanti ai miei occhi! Forse anche da uno dei più grandi giocatori nella storia della NHL, il capitano degli Oilers Connor McDavid.

Connor McDavid, capitano degli Edmonton Oilers.

Foto Codie McLachlan/Getty Images tramite AFP

Indipendentemente dai vincitori, parliamo di pura emozione sul ghiaccio dell’Amerant Bank Arena. Esercitando ormai da poco più di 20 anni la professione di giornalista sportivo (ho iniziato giovanissimo), non ho vissuto gli anni gloriosi dei Montreal Canadiens.

Questa volta i personaggi non sono Patrick Roy, Vincent Damphousse, Kirk Muller, Éric Desjardins o Paul DiPietro, ma per la squadra vincitrice l’evento sarà magico come nel 1993. Farò del mio meglio per portarti le migliori storie dalla Florida! Ovviamente un simile incarico comporta grandi responsabilità.

Un altro campionato

A livello personale, questo è il terzo campionato nello sport professionistico dallo scorso settembre. Dopo il trionfo dei Quebec Capitals in Indiana, ho vissuto appieno la conquista della Grey Cup da parte dei Montreal Alouettes a novembre.

Già, dopo queste due conquiste, un amico mi diceva scherzando che ero un portafortuna per le squadre del Quebec e che Geoff Molson doveva essere sul punto di chiamare Giornaletanto che mi viene assegnata più spesso la copertina del canadese. Ovviamente saranno piuttosto Nick Suzuki, Colle Caufield e Juraj Slafkovsky, tra gli altri, a decidere il destino degli Habs nei prossimi anni.

Molti speravano che gli Oilers riportassero la Stanley Cup in Canada… Per essere completamente trasparente, non avevo preferenze chiare per l’entrata in partita. Mentre Edmonton vive grandi emozioni, io festeggerò un altro anno la Festa Nazionale del Quebec. Non mi sto lamentando.

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