AA / Parigi / Ümit Dönmez
Un’intensa campagna di boicottaggio, diffusa dal sito EuroPalestine, invita i giocatori della squadra francese a non partecipare alla partita Francia-Israele, in programma il 14 novembre allo Stade de France. In un articolo pubblicato l’11 novembre, EuroPalestine ha rilanciato questo appello, definendo l’evento una “partita Francia-Genocidio” e invitando i giocatori a mettere in discussione le implicazioni etiche della loro partecipazione in un simile contesto.
I video della campagna sono rivolti direttamente ai calciatori, ricordando loro il loro status di “ambasciatori della Francia e modelli per milioni di giovani”. In un messaggio forte, un relatore sottolinea l’influenza dei giocatori francesi come figure di riferimento a livello mondiale, “non solo per le loro qualità di giocatori, ma anche per l’impatto che le loro azioni possono avere ben oltre i campi da gioco”. Il relatore richiama l’attenzione degli atleti sulla “situazione tragica e ingiusta del popolo palestinese”, esortandoli a prendere posizione contro “il blocco, i bombardamenti, i massacri, la carestia, la tortura, gli stupri, il genocidio” che I palestinesi ne sarebbero le vittime.
I promotori della campagna incoraggiano i giocatori ad agire come portavoce degli oppressi, paragonando questa posizione a quella di grandi figure sportive impegnate come Mohamed Ali, Arthur Ashe e Cathy Freeman, le cui azioni “sono rimaste nella storia, non solo per il loro talento, ma soprattutto per il loro impegno.” I giocatori sono chiamati a cogliere questa “opportunità storica e privilegiata” per rifiutarsi di partecipare alla partita, denunciando così la violenza percepita come “le peggiori atrocità di uno Stato coloniale e genocida”.
Questo gesto, dicono i promotori del boicottaggio, rafforzerebbe l’ammirazione per i giocatori francesi e dimostrerebbe che “lo sport può essere una piattaforma per valori nobili e umani”. Tifosi di calcio e attivisti online si uniscono all’appello, con hashtag e messaggi di sostegno ai palestinesi.
Ricordiamo che il collettivo “Stop Genocide” ha precisato, in un comunicato stampa, di aver chiesto martedì scorso l’annullamento della partita Francia-Israele, nel corso di un incontro con il direttore generale della Federcalcio francese (FFF), il giorno dopo una mobilitazione presso la sede della FFF, dove gli attivisti del collettivo avevano occupato i locali.
La FFF avrebbe detto alla delegazione di “capire” la rabbia suscitata da questo evento, secondo i commenti riportati da Stop Genocide. I funzionari dell’istituzione hanno ammesso di aver espresso la loro “preoccupazione” per questo incontro alla UEFA, l’organizzazione calcistica europea, nonché alle autorità francesi, fin dall’inizio della competizione. Nonostante ciò, ritengono che la decisione sfugga alle loro mani e indicano la UEFA come unico decisore, affermando che la Francia “aveva l’ordine” di mantenere la partita, nonostante le tensioni suscitate dalla situazione in Palestina.
Dopo l’attacco transfrontaliero di Hamas nell’ottobre 2023, Israele ha continuato la sua aggressione alla Striscia di Gaza, nonostante una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiedeva un cessate il fuoco immediato. Da allora, secondo le autorità sanitarie palestinesi, più di 43.500 persone sono state uccise, principalmente bambini e donne, e più di 100.000 altre sono rimaste ferite.
L’aggressione israeliana ha sfollato quasi l’intera popolazione del territorio soggetto a un blocco continuo che ha portato a gravi carenze di cibo, acqua potabile e medicine. Israele è accusato di aver perpetrato un “genocidio” in Palestina davanti alla Corte internazionale di giustizia.
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