WTA MADRID | Swiatek strappa la finale a Sabalenka dopo una finale ad altissima quota

WTA MADRID | Swiatek strappa la finale a Sabalenka dopo una finale ad altissima quota
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Le lacrime di Iga Swiatek, questa è l’immagine che ha concluso la finale del Masters 1000 a Madrid questo sabato. Al termine del match contro Aryna Sabalenka, vinto al limite della suspense (7-5, 4-6, 7-6), la polacca ha lasciato scappare le sue emozioni. Tuttavia ha vinto altri titoli (19), compreso il Master. Ma questa finale è stata tanto intensa quanto spettacolare, per concludere un torneo che ancora sfuggiva al numero 1 del mondo. Mentre l’anno scorso era stata privata del titolo nella capitale spagnola dalla stessa Sabalenka, questa volta ha messo tutte le sue forze nella battaglia per una grande vendetta.

L’inizio dell’incontro aveva, a tratti, l’aria di un incontro di boxe in cui i due combattenti rompevano la distanza per colpire forte, velocemente e bene. Il polacco e il bielorusso hanno realizzato un primo set scandito da scambi brevi e di qualità, con colpi pesanti e tiri brillanti. A cominciare dalla prima, solidissima partita di ritorno di Sabalenka per rompere e rimettersi in forma, dopo aver mostrato una presa molto febbrile sui suoi primi palloni.

Poi, il numero uno del mondo ha sofferto in successione. In particolare sulla sua messa in gioco, dove ha cancellato tre break point per riportarsi sul 3-3 nel cuore del primo set, prima di rubarle il servizio della seconda classificata WTA nel momento migliore. 6-5, poi 7-5 per concludere, in particolare grazie a un asso esterno colpito per ottenere il set point, Swiatek ha preso il comando prima che l’incontro di boxe si trasformasse in una situazione di stallo allo scadere del tempo.

Il tennis ha ancora un capo?

E la partita è diventata un incontro

A poco a poco, gli scambi si sono allungati di qualche tiro e l’intensità è aumentata di qualche tacca per rendere questa finale una grande partita. Quasi una dimostrazione. Inutile cercare di individuare un periodo di dominio dell’una o dell’altra, le due donne si sono affrontate colpo su colpo. Se dovessimo ricordare qualcosa di questo secondo turno, sarebbe la qualità del ritorno di Sabalenka, che gli ha permesso di portare la partita verso il tramonto. Sul 5-4 la bielorussa ha chiesto più acqua perché aveva un solo piano: andare al terzo set. Obiettivo raggiunto, nel frattempo ha ottenuto il break, con due scambi mostruosi per concludere sulla rimessa avversaria, restituendo vere e proprie testate dopo servizi un po’ fragili.

L’anno scorso, su questo stesso campo in terra battuta di Madrid, le due giocatrici hanno offerto un gioco tale da entrare nei dibattiti per la migliore partita femminile dell’anno. Hanno deciso di rifarlo un anno dopo. Con un terzo set altissimo, cosparso di un pizzico di follia, incarnato dall’ace piazzato da Sabalenka sulla seconda palla sul 4-4 30-30 nell’ultimo set, sono mancati un po’ i superlativi per qualificare la partita. Tutto è stato spettacolare fino alla fine. Fino al tie break, oltre tre ore di gioco ad alta intensità. Come i maratoneti che affrontano il muro dei 30 chilometri, i due protagonisti hanno ridotto un po’ la velocità. Qui una risposta molto bassa in rete di Sabalenka, là Swiatek che sfiora un doppio fallo… Dopo cinque match point (di cui tre per Sabalenka), è stato finalmente il numero 2 del mondo a sfondare per primo.

Entrambi erano così forti mentalmente nel respingere i match point avversari che la vittoria poteva arrivare solo con un errore finale. Un errore già spazzato via, come le linee di fondo del campo tante volte calpestate dai palloni questa sera, nella mente del pubblico. Sopraffatto, anche dalla qualità dello spettacolo. E anche un po’ dal track record di Swiatek, che qui ha vinto il suo 20esimo titolo a 22 anni.

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