Sensazione della prima parte di stagione, l’SA XV si lancia nella doppia ricezione di Béziers e poi di Dax sapendo di poter contare sui suoi numerosi leader.
Potrebbe essere questa un’idea di gioco per gli assidui seguaci del SA XV, fedelissimi del corrimano anche in piena settimana per gli allenamenti aperti al pubblico: quale giocatore prenderà la mano per parlare al gruppo al termine della sessione? Secondo un rituale comune a molte squadre, i giocatori della Charente sono abituati a formare un cerchio all’estremità degli avversari e ad ascoltare lì qualche parola, spesso quella dell’allenatore Alexandre Ruiz, o di uno dei suoi staffetti in rosa. Ma poiché ce ne sono molti, spesso distinguiamo una voce diversa da una settimana all’altra. La settimana scorsa, prima di Biarritz, è stato il francese già piuttosto padroneggiato di Jonny May a risaltare nel silenzio di Chanzy. Dopo l’impresa di Aguilera (vittoria per 10-25), i suoi compagni non si sbagliavano: “Jonny ci ha detto per tutta la settimana che i primi dieci minuti erano i più importanti”disse Nathan Farissier.
Più regolarmente, in queste bolle, parole forti escono dalla bocca di Gautier Gibouin o Ben Botica, i capitani più abituali della SA XV. Tuttavia, sanno che non sono essenziali. Se vogliamo che la parola venga ascoltata è meglio che non sia sempre lo stesso giocatore a darla. Puntiamo su una leadership condivisa con leader realmente emersi da tempo. ecco perché il gruppo vive bene”stima la terza riga. Dall’inizio della stagione, Alexandre Ruiz ha già ceduto la fascia a cinque giocatori. Attingendo innanzitutto da quello che lui chiama il gruppo dei saggi, composto da Gautier Gibouin, Germain Burgaud, Adrien Bau e Ben Botica. “Questo è il gruppo che consulto a inizio settimana, con il quale parliamo pochissimo del progetto del gioco, ma discutiamo di tutto ciò che riguarda l’organizzazione e il funzionamento. Voglio che il loro aspetto, la loro visione, mi diano la sensazione del gruppo. Possono anche essere fonti di proposte.spiega il direttore.
“Dobbiamo prepararci per il futuro”
E poi c’è chi bussa alla porta, come Mathis Lafon, 25 anni e capitano del Colomiers, o Patxi Bidart, 24 anni, per i quali non dovrebbe volerci molto. “Nei rispettivi ruoli, sono leader con l’esempio, Mathis in difesa, Patxi in prima linea. Hanno questa capacità di parlare e indicare la strada”spiega Alexandre Ruiz, felice di poter contare su capi sempre più giovani. “Bisogna prepararsi per il futuro, non succede da luglio ad agosto. È un modo per allargare il gruppo, mi permette di contare su punti di forza diversi”. Che a volte convivono durante la stessa partita, spesso in meglio. “Spesso vediamo la polena che fa il capitano, ma ha tante staffette, in guerra non va da solo”assicura Germain Burgaud.
La successione di Gautier Gibouin, tornato per l’ultima stagione la scorsa estate, non è un problema. “Non sarà necessario cercare altrove”sorride la terza fila. Ha ancora tempo per dare qualche consiglio, soprattutto durante i discorsi pre-partita. “A volte, con la pressione, alcune persone me lo chiedono, ma fanno tutti molto bene.”