Lo spettacolo non è finito. La fine non è pronta, e nemmeno l’inizio, del resto, e sul palco della sala Christian-Bérard, al teatro Athénée di Parigi, l’attrice si interrompe costantemente, insoddisfatta. Sola come Maria è uno spettacolo (falsamente) in divenire: uno spettacolo su cui si lavora e che funziona. Noi stessi non siamo qui “vero” spettatori, come ci ricorda dal palco Marilou Aussilloux, ma le prove che la aiutano a partorire. Ben visto. Ben scritto anche questo spettacolo a due (di Marilou Aussilloux, dunque, e Théo Askolovitch) attorno alla figura di Maria Schneider, attrice rivelata dal suo ruolo in Ultimo tango a Parigi nel 1972.
Il mese scorso, di fronte alla bronca delle personalità del cinema e delle associazioni femministe, la Cinémathèque française si è dovuta rassegnare a cancellare la proiezione del film di Bertolucci, in cui Marlon Brando (48 anni) simula la sodomia su Maria Schneider (19 anni), con burro per il lubrificante, senza averla avvertita. La scena non era nella sceneggiatura, rimarrà sullo schermo dove le lacrime e le grida dell’attrice affinché Brando si fermi
