Il divario alimentare secondo il rapporto dell’Institut Montaigne

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L’Istituto Montaigne analizza il divario alimentare nel suo nuovo rapporto

In occasione della Settimana del Gusto e della Giornata mondiale dell’alimentazione, lo scorso ottobre l’Istituto Montaigne ha presentato il suo nuovo rapporto, intitolato “Divario alimentare: mali comuni, rimedio collettivo”.

Questo rapporto di 188 pagine, quantificato e illustrato da numerosi diagrammi e grafici, fornisce una panoramica completa del modello alimentare francese e delle sue disfunzioni. E, per raggiungere questo obiettivo, sono state effettuate un centinaio di audizioni con esponenti politici, ricercatori e medici.

Un gruppo di lavoro copresieduto dal direttore generale del gruppo BEL e dagli amministratori delegati di Coopératives U e Sodexo è stato inoltre mobilitato per un periodo di 18 mesi per fornire le sei raccomandazioni finali del rapporto, costruito attorno a due obiettivi: combattere l’insicurezza alimentare e limitare l’espansione degli squilibri alimentari.

Food divide: le disuguaglianze nei nostri piatti

Questo rapporto dedicato al divario alimentare si apre con ilinventario della tripla sfida che, secondo l’Istituto, l’alimentazione in Francia si trova oggi ad affrontare: sociale, sanitario ed ecologico.

Dal punto di vista sociale, l’inflazione pesa molto sul bilancio alimentare, che spingerebbe le famiglie francesi a ridurre la loro quota di bilancio legata agli acquisti, e di conseguenza la qualità del cibo che consumano. Secondo l’analisi, le famiglie più povere tendono a rivolgersi a prodotti ad alto contenuto calorico e piuttosto poveri di nutrienti, perché più accessibili dal punto di vista economico. Il risultato sono abitudini di consumo orientate al consumo di prodotti ultra-processati, spesso troppo ricchi di zuccheri, sale o grassi, che causano grossi problemi di salute pubblica.

Il rapporto parla addirittura di un vero e proprio “epidemia di cibo spazzatura”termini evocativi per descrivere la rapida e capillare diffusione di cattive abitudini alimentari che consolidano questo divario alimentare. Per illustrare le sue osservazioni e sollevare interrogativi sulla situazione, il rapporto menziona alcuni fatti significativi.
Tra questi, il costo delle malattie legate alla cattiva alimentazione per il sistema francese (125 miliardi di euro), oppure la quantità di zucchero ingerita da un bambino di 8 anni, che sarebbe superiore alla quantità ingerita dai nonni durante tutta la loro vita.

Il rapporto quindi lo evidenzia il cibo sarebbe diventato un riflesso delle disuguaglianze sociali, economiche e geografiche della nostra societàdenominato “divario alimentare”, caratterizzato da un aumento dell’insicurezza alimentare e della precarietà.

Raccomandazioni per conciliare equilibrio e uguaglianza

Di fronte a azioni dei decisori pubblici che l’Istituto ritiene inefficaci, formula sei raccomandazioni per rispondere a questa questione centrale del rapporto.

Per il primo obiettivo – la lotta all’insicurezza alimentare – il le raccomandazioni sono principalmente finanziarieattraverso il sostegno degli attori che affrontano la crisi sociale e delle persone colpite dall’insicurezza alimentare. L’istituto raccomanda anche investimenti nella ristorazione collettiva di qualitàcruciale per il suo ruolo nell’educazione alimentare.

Per raggiungere il secondo obiettivo di limitare l’espansione degli squilibri alimentaril’Istituto raccomanda azioni per promuovere il “mangiare meglio”, in limitare il consumo di zucchero da parte dei minorenni attraverso l’introduzione di tasseo il creazione di buoni pasto dedicati all’acquisto di frutta e verdura.

Quale influenza per questo rapporto?

La presente relazione, particolarmente esaustiva, fornisce quindi solo consigli ma la sua influenza sulle future decisioni delle autorità pubbliche dovrebbe essere monitorata. Anche se alcuni passaggi, in particolare sullo squilibrio alimentare dei francesi, riprendono elementi già ben noti, l’inclusione di dati numerici ne rafforza la rilevanza.

Il rapporto fornisce anche interessanti analisi sul divario alimentare in Francia e sulla rilevanza delle azioni attualmente attuate dalle autorità pubbliche. Le raccomandazioni formulate vanno studiate anche perché si rivolgono ad un’ampia gamma di stakeholder: produttori, decisori pubblici, datori di lavoro, istituti scolastici, comunità, ecc. e coprono vari ambiti con un approccio multisettoriale: marketing, educazione alimentare, tassazione, ecc. Non privartene!

A proposito dell’Istituto Montaigne

Creato nel 2000, l’Istituto Montaigne è un think tank francese che dichiara di lavorare per reimmaginare un modello francese prospero e responsabile producendo idee e raccomandazioni tramite note e rapporti. L’istituto riunisce diversi stakeholder: aziende, ricercatori, sindacati e anche associazioni, per analizzare le principali questioni sociali e formulare proposte concrete su varie questioni legate all’economia, alla salute, all’Europa, ecc.

Un articolo scritto con Louise Masera, assistente project manager di Nutrikéo. Grazie a lei!


Crediti fotografici: #435819548 – @Mercedes Fittipaldi – stock.adobe.com

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