Un recente studio condotto su più di 18.000 partecipanti evidenzia la potenziale influenza della dieta sulle malattie infiammatorie. I ricercatori hanno scoperto una correlazione significativa tra il consumo di alimenti ultra-processati (AUT) e le riacutizzazioni della psoriasi, una malattia cronica che colpisce più di 2 milioni di persone in Francia. Tuttavia, questo studio dovrebbe essere preso con le pinze, a causa del questionario di autovalutazione. Spiegazioni di seguito.
Un aumento del rischio di oltre 1,5 volte
Pubblicato nel JAMA Dermatologiaquesto studio ha analizzato i dati di 18.528 partecipanti, il 10% dei quali ha riferito di avere la psoriasi. I ricercatori hanno valutato il consumo di TUE utilizzando un questionario di autovalutazione convalidato e hanno classificato i partecipanti in tre categorie: mai avuto psoriasi, psoriasi non attiva o psoriasi attiva. Tra i casi individuati, 803 sono stati considerati attivi.
Lo studio si basa sui dati dello studio NutriNet-Santé, un’ampia coorte francese che segue più di 500.000 partecipanti per esplorare i legami tra dieta e salute.
I risultati mostrano notevoli differenze demografiche. Il gruppo con psoriasi attiva aveva una percentuale inferiore di donne (68% contro 74%) e una prevalenza più elevata di individui con un indice di massa corporea (BMI) superiore a 30 (16% contro 9%). Inoltre, l’attività fisica intensa era meno comune tra le persone con psoriasi attiva.
Il ruolo degli alimenti ultra-processati nell’infiammazione
L’analisi iniziale ha rivelato un consumo più elevato di AUT nelle persone con psoriasi attiva rispetto a coloro che non hanno mai avuto la malattia. I partecipanti che consumavano il maggior numero di TUE avevano un rischio 1,52 volte maggiore di psoriasi attiva rispetto a quelli che non consumavano TUE. Dopo aver aggiustato per fattori quali età, peso corporeo, consumo di alcol e altre condizioni di salute, il rischio è rimasto significativo, con una probabilità aumentata di 1,36 volte.
Le TUE sono associate all’infiammazione per diversi motivi:
- Additivi alimentari : Emulsionanti, dolcificanti, coloranti e nanoparticelle presenti in questi alimenti possono modificare la permeabilità della mucosa intestinale e del microbiota, favorendo così l’infiammazione.
- Alto contenuto di sale : Il sale negli AUT può stimolare la produzione di cellule T proinfiammatorie.
- Alto contenuto di zucchero : Il consumo eccessivo di zucchero porta a un’infiammazione cronica di basso grado.
Gli alimenti ultra-processati includono soda, patatine, caramelle, gelati, cereali zuccherati e altri prodotti che hanno subito numerosi processi industriali.
Risultati promettenti, ma sono necessarie ulteriori ricerche
Lo sottolineano gli autori dello studio “un elevato consumo di AUT è associato alla psoriasi attiva”aggiungendo che questo effetto proinfiammatorio sembra indipendente da un BMI elevato. Tuttavia, riconoscono alcune limitazioni, incluso il rischio di errata classificazione dei casi di psoriasi a causa della natura auto-riferita dei dati. Nonostante ciò, il metodo di autodiagnosi utilizzato è stato validato in ricerche precedenti.
I ricercatori chiedono che continuino gli studi per comprendere meglio il potenziale impatto della dieta sulle malattie infiammatorie.