Il 27 e 28 novembre economiesuisse ha partecipato alla 14e commissione economica congiunta a Riad, con una delegazione economica svizzera composta da sedici persone. La delegazione svizzera era guidata da Andrea Rauber Saxer, responsabile del Centro servizi Relazioni economiche bilaterali della SECO. Rappresentanti dell’industria, del settore farmaceutico e delle banche sono stati ricevuti da Sara Al-Sayed, viceministro delle relazioni internazionali presso il Ministero degli investimenti saudita (MISA).
Scambi orientati alla soluzione
Con un volume di scambi pari a circa 6,8 miliardi di franchi (compreso l’oro), l’Arabia Saudita è attualmente il secondo partner commerciale della Svizzera in Medio Oriente (dopo gli Emirati Arabi Uniti). Di questo importo le esportazioni svizzere rappresentano oltre 6 miliardi di franchi. Alla fine del 2022 gli investimenti delle imprese svizzere in questo Paese ammontavano a 1,41 miliardi di franchi.
Per quanto riguarda il quadro giuridico, si potrebbe discutere dell’accordo di libero scambio tra l’AELS e il Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG), la cui attuazione deve ancora essere migliorata. Inoltre l’economia svizzera e la SECO si sono espresse a favore della rapida conclusione di un nuovo accordo sulla protezione degli investimenti.
Arabia Saudita in un processo di profonda trasformazione
Questo 14e commissione congiunta ha già costituito il sesto scambio ufficiale tra la Svizzera e questo Stato del Golfo in soli due anni – e ha rappresentato in un certo senso la continuazione della visita ufficiale del consigliere federale Guy Parmelin lo scorso febbraio. Questa successione di incontri bilaterali non è il risultato del caso: con Vision 2030, l’Arabia Saudita si trova in un processo di profonda trasformazione economica. Desideroso di ridurre la propria dipendenza dai proventi petroliferi, che rappresentano ancora circa il 40% del PIL, il Paese sta attuando diversi giga-progetti sotto la guida del principe ereditario Mohammed bin Salman. NEOM, un progetto urbano delle dimensioni del Belgio nel nord-ovest del paese, Qiddiya, un gigantesco progetto di intrattenimento e sport o Riyadh Expo 2030 sono alcuni esempi. Solo per il NEOM, l’Arabia Saudita intende spendere circa 500 miliardi di dollari, finanziati principalmente dal fondo sovrano saudita, che pesa 904 miliardi di dollari (Public Investment Fund, PIF).
Un mercato dinamico che offre opportunità e richiede conoscenza del settore e rete
Vision 2030 apre una serie di opportunità per le aziende svizzere, sia nel settore delle infrastrutture, ma anche nel turismo, nello sport, nell’intrattenimento, nelle tecnologie digitali, nell’orologeria e nella gioielleria, nelle energie rinnovabili, nell’industria estrattiva, nell’approvvigionamento idrico, nella sanità o nell’istruzione. Tra le centinaia di aziende svizzere presenti in Arabia Saudita, alcune sono già coinvolte nella realizzazione di Vision 2030.
L’Arabia Saudita sta attraendo attivamente investitori stranieri per cofinanziare i suoi gigaprogetti. Di fronte alla concorrenza degli Emirati Arabi Uniti e del Qatar, il regno ha adottato misure. Il programma Regional Headquarters (RHQ) prevede quindi di riservare l’aggiudicazione degli appalti pubblici alle imprese con sede principale in Arabia Saudita. Solo nel 2024, una decina di aziende svizzere trasferiranno le loro sedi regionali nel Regno. Recentemente anche l’Arabia Saudita ha adottato una Politica di Partecipazione Economica (PPE) in relazione ad alcuni contratti di fornitura. Per questi, il Paese richiede una partecipazione economica in Arabia Saudita pari ad almeno il 35% del valore del contenuto importato. Le aziende svizzere che desiderano entrare nel mercato saudita dovrebbero familiarizzare con queste nuove regole e fare attenzione a non sottovalutarne la complessità.
