Cè una delle più grandi minacce per la salute del 21° secoloe secolo. Senza un’azione urgente, le infezioni resistenti agli antibiotici potrebbero uccidere quasi 40 milioni di persone nel 2050, ha recentemente avvertito la principale rivista scientifica. La Lancetta. In un rapporto annuale pubblicato questo lunedì, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ha calcolato che la resistenza antimicrobica (AMR) provoca ogni anno più di 35.000 decessi in Europa.
L’Unione europea deve agire con urgenza o rischia di non raggiungere i suoi obiettivi 2030 nella lotta contro la resistenza antimicrobica, sollecita il Centro con sede a Stoccolma. “Tra il 2019 e il 2023, il consumo di antibiotici nell’Unione europea è aumentato dell’1%, allontanandosi dall’obiettivo di riduzione del 20% raccomandato” dall’Ue, scrive l’ECDC.
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La scoperta degli antibiotici ha segnato un grande passo avanti nella medicina, rendendo curabili infezioni un tempo fatali come la polmonite e la sepsi. Ma questa rivoluzione è ora in pericolo: la crescente resistenza batterica potrebbe invertire i progressi, ponendo la resistenza antimicrobica in prima linea nelle sfide per la salute pubblica per i decenni a venire. Le infezioni semplici potrebbero diventare incurabili e le operazioni di routine potrebbero complicarsi a causa della mancanza di prevenzione delle infezioni.
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All’Istituto Europeo di Vaccinologia Plotkin (EPIV-ULB), sottolineiamo anche l’importanza cruciale della vaccinazione per frenare l’aumento degli agenti patogeni resistenti ai trattamenti. I vaccini consentono di limitare infezioni come la polmonite o la meningite pneumococcica e di rafforzare l’immunità collettiva.
In Belgio la resistenza antimicrobica è rigorosamente monitorata da Sciensano, l’istituto scientifico di sanità pubblica. Nel 2019, circa un’infezione su undici era resistente, colpendo in particolare le popolazioni più vulnerabili come gli anziani e i bambini molto piccoli. Circa il 7% dei pazienti ospedalizzati in Belgio contrae un’infezione correlata all’assistenza sanitaria, una parte significativa della quale è causata da batteri resistenti agli antibiotici.
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Secondo un’analisi effettuata su 2,3 milioni di iscritti a Mutualità Libere, gli obiettivi fissati dal piano d’azione nazionale One Health AMR, dalla KCE e dall’OMS non sono stati in gran parte raggiunti. Rispetto alla media europea, il Belgio resta un grande consumatore di antibiotici, notano le Mutualités Libres, che incoraggiano le autorità a portare avanti le varie azioni previste nel piano d’azione nazionale One Health per combattere la resistenza antimicrobica. I residui di antibiotici, rilasciati nell’ambiente (attraverso le acque reflue o l’agricoltura), favoriscono infatti la comparsa di batteri resistenti negli ecosistemi.