L’ESSENZIALE
- Analizzando il microbioma di 124 individui a rischio, i ricercatori hanno osservato l’instabilità microbica, inclusa la variazione nei batteri Prevotellaceae, circa dieci mesi prima della comparsa dei sintomi clinici dell’artrite reumatoide.
- Questo squilibrio batterico, associato ad un aumento del metabolismo degli aminoacidi, potrebbe costituire un segnale di allarme prima della manifestazione visibile della malattia.
- Questi risultati aprono la strada a diagnosi e trattamenti personalizzati per prevenire l’artrite reumatoide prendendo di mira il microbioma.
Possiamo anticipare l’artrite reumatoide osservando l’evoluzione del microbioma intestinale? Questo è ciò che suggerisce un nuovo studio condotto dall’Università di Leeds (Regno Unito): identificando cambiamenti specifici nel microbioma delle persone a rischio, i ricercatori rivelano potenziali meccanismi di scatenamento della malattia.
L’artrite reumatoide (RA) è una malattia autoimmune cronica che colpisce le articolazioni, rendendole dolorose, rigide e gonfie. Questa patologia, che colpisce più di 18 milioni di persone in tutto il mondo, provoca sofferenza quotidiana e compromette la qualità della vita. Se i trattamenti attuali mirano a limitare i sintomi, resta essenziale comprenderne meglio le cause e le prime manifestazioni per un trattamento precoce.
Il microbioma intestinale come segnale d’allarme
Come parte del loro lavoro, pubblicato nel Annali delle malattie reumatichei ricercatori hanno analizzato campioni intestinali di 124 individui con anticorpi specifici associati al rischio di sviluppare l’artrite reumatoide (chiamati anti-CCP) e sintomi muscoloscheletrici senza gonfiore articolare. Di questi partecipanti, seguiti per un periodo di 15 mesi, 30 alla fine hanno sviluppato RA.
I risultati mostrano una notevole differenza nella presenza di alcuni batteri, in particolare della famiglia dei Prevotellaceaenegli individui che hanno sviluppato la malattia. I ricercatori hanno osservato una marcata instabilità nel microbioma delle persone che progredivano verso l’artrite reumatoide, che si è intensificata circa dieci mesi prima della comparsa dei sintomi clinici. Questo sconvolgimento del microbioma potrebbe quindi costituire un “segnale di allarme” prima della manifestazione visibile della malattia, si legge in un comunicato stampa.
Identificare meglio le persone a rischio di artrite reumatoide
Batteri Prevotellaceaepur presenti in quantità maggiori in alcuni soggetti a rischio, non hanno un ruolo esclusivo nell’insorgenza dell’artrite reumatoide. Piuttosto, le variazioni in questa famiglia batterica sembrano corrispondere a cambiamenti nel metabolismo degli aminoacidi all’interno del microbioma. Pertanto, alcuni ceppi si arricchiscono mentre altri diminuiscono, a seconda del profilo di rischio di ciascuna persona e del tempo rimanente prima della progressione della malattia.
Questi risultati evidenziano l’importanza della dinamica del microbioma nella transizione dallo stato a rischio all’insorgenza dell’artrite reumatoide. Questa evoluzione batterica potrebbe spiegare le contraddizioni presenti in precedenti ricerche sull’abbondanza di Prevotellaceae. D’ora in poi il microbioma intestinale potrebbe diventare uno strumento diagnostico e di prevenzione, consentendo di identificare gli individui con maggiori probabilità di sviluppare la malattia.
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