Dal 2004, lo screening organizzato per il cancro al seno è diffuso in Francia. Presso la clinica Guéret, il centro di radiologia accoglie quasi 25 donne al giorno per eseguire mammografie.
“I pazienti arrivano su invito dell’assicurazione sanitaria”, spiega Alice Mampassi, dottoressa in radiologia presso la clinica Guéret. Gestito dal Centro regionale di coordinamento dello screening del cancro al seno della Nuova Aquitania, gli inviti a eseguire una mammografia vengono inviati alle donne di età compresa tra 50 e 74 anni. È soprattutto in questa fascia di età che viene diagnosticato il cancro al seno.
Sotto i raggi di una manipolazione utile
Coperta al 100% dall’assicurazione sanitaria, ogni due anni circa viene eseguita una mammografia nell’ambito dello screening organizzato per la fascia d’età interessata. È una campagna che riguarda tutte le donne, di provenienza o meno. Quando c’è una storia di genitori e nonni, è consigliabile consultare e iniziare lo screening cinque anni prima dell’età in cui si è verificato il cancro nel genitore che lo ha dichiarato.
Nadia, 58 anni, si è sottoposta a una mammografia nell’ambito dello screening organizzato nell’ottobre 2023. È stata un’amica a spingerla a sottoporsi allo screening. “Mi ha detto: “senti da quanto tempo non fai un esame, quest’anno fai la batteria di proiezioni”. E quando arrivò ottobre mi disse “dai, fai il mammo”. Non volevo davvero. Poi ho ricevuto la convocazione dalla previdenza sociale. »
“Vieni”, dissi, “andrò”. E poi basta, sarà fatto. E fortunatamente. »
Nadia (vuoto)
Durante questo screening le è stato diagnosticato un cancro al seno.
Nadia non era abituata ad andare a fare un consulto: “Sono una persona che riceve pochissimo seguito, anche a livello ginecologico”. Ora riconosce l’importanza di questo screening e l’importanza della prevenzione. Il cinquantenne esclama:
“Faccio campagna, faccio campagna, faccio campagna affinché le donne organizzino lo screening. È così importante. Questo è ciò che mi ha salvato.”
Nadia (vuoto)
Adesso “i pazienti hanno sempre meno paura” di venire per una visita. La manipolazione è certamente importante, ma è ancora più importante nel senso che è importante nello screening del cancro al seno. “Prima i pazienti avevano l’idea che la compressione facesse male”, confida il dottor Mampassi. Ma alla fine «si tratta di una piccola manipolazione, sicuramente non piacevole ma per niente dolorosa», ricorda il radiologo.
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Una media mista
Nella Creuse, solo il 42% delle donne sottoposte a screening organizzato si rivolge a un consulto. In Francia sono il 46%. Tassi che dovrebbero comunque avvicinarsi al 100%. Tanto più che la mammografia resta il mezzo privilegiato per individuare e verificare la presenza di lesioni al seno. Abbinata all’ecografia e alla biopsia, in alcuni casi anche alla risonanza magnetica, «la mammografia è l’inizio dello screening», spiega Alice Mampassi. Ma interviene nella fase di guarigione, con la fase di cura, dove permette di verificare regolarmente se ci sono recidive.