Uno studio rivela i limiti dell’intelligenza artificiale per gli allineatori trasparenti

Uno studio rivela i limiti dell’intelligenza artificiale per gli allineatori trasparenti
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Dalla diagnostica alla radiologia, l’uso dell’intelligenza artificiale (AI) in ortodonzia promette di aiutare i professionisti in tutti gli aspetti dell’odontoiatria. E in particolare nel migliorare il monitoraggio e l’efficacia dei trattamenti a distanza mediante allineatori trasparenti.

Monitoraggio remoto dei trattamenti con allineatori

Sempre più diffuso, il monitoraggio remoto consente ai pazienti di continuare il trattamento a casa riducendo il numero di visite in studio.

Attualmente, la tecnologia di monitoraggio remoto tramite intelligenza artificiale consente di avvisare il paziente, tramite il proprio smartphone, quando potrà passare l’allineatore seguente. Si parla allora di Go o No-go. L’intelligenza artificiale rileva anche i disallineamenti tra la posizione dei denti e gli allineatori trasparenti.

Uno studio della Harvard School of Dental Medicine (Stati Uniti) ha esaminato le istruzioni generate dall’intelligenza artificiale e inviate ai pazienti. Intitolato “Valutazione del monitoraggio remoto basato sull’intelligenza artificiale della terapia con allineatori trasparenti: uno studio prospettico”, è stato pubblicato lo scorso agosto sulla rivistaGiornale americano di ortodonzia e ortopedia dentofacciale.

Decisioni AI incoerenti per parametri simili

I ricercatori hanno riunito trenta pazienti sottoposti a trattamento con allineatori trasparenti e li hanno scansionati due volte utilizzando un’applicazione di monitoraggio remoto su uno smartphone. Allo stesso tempo, hanno confrontato le scansioni intraorali di ventiquattro pazienti che avevano completato il trattamento con allineatori remoti per misurare le deviazioni massime tra le posizioni effettive dei denti e quelle previste.

I risultati hanno rivelato una compatibilità di misurazione solo del 44,7%. Sebbene l’83,3% delle istruzioni fornite ai pazienti tra le due scansioni fossero coerenti, non è stato stabilito un consenso su quali denti e/o quanti denti presentassero un problema di tracciamento.

Inoltre, i pazienti istruiti in Go presentavano deviazioni (nelle misurazioni mesiodistale, buccolinguale, occlusogengivale, punta, torque e rotazione) che non erano significativamente diverse dai pazienti istruiti in No -Go.

Senza oscurare i limiti intrinseci dello studio, i ricercatori mettono in dubbio l’affidabilità delle istruzioni di intelligenza artificiale per quanto riguarda il monitoraggio remoto rispetto agli standard di settore.

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