Comparsa del virus della febbre emorragica Crimea-Congo in Corsica: “Non sappiamo ancora se esiste un pericolo”

Comparsa del virus della febbre emorragica Crimea-Congo in Corsica: “Non sappiamo ancora se esiste un pericolo”
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La ricercatrice Alessandra Falchi, vicedirettrice dell’Unità Virus Emergenti*, da sei anni raccoglie dati su questo tipo di virus in Corsica. Quest’ultimo richiama l’attenzione sulle precauzioni da adottare contro i morsi di zecche portatrici del virus.

Questo virus rappresenta un pericolo per la popolazione della Corsica?

Al momento non conosciamo la patogenicità del virus. Le analisi sono in corso e non risultano casi dichiarati in Corsica. Non possiamo sapere al momento se esiste un pericolo reale. È importante in ogni caso applicare misure preventive per evitare le punture di zecca durante le attività all’aperto perché non esiste alcun trattamento o vaccino contro questa malattia. È una malattia emergente e un problema che preoccupa tutti noi sempre di più. Queste specie invasive prosperano nella stagione calda e noi siamo sempre più esposti a queste malattie.

Perché avete concentrato la vostra ricerca su questo tipo di virus?

Da sei anni monitoriamo le zecche raccolte nei bovini della Corsica. Lavoriamo a stretto contatto con gli allevatori dell’isola e questa è la prima volta che questo virus viene rilevato. Abbiamo ipotizzato che ci fosse circolazione grazie a una pubblicazione prodotta dal medico veterinario Sébastien Grech-Angelini nel 2020. Quest’ultimo aveva evidenziato la presenza diffusa in Corsica di bestiame sierologico positivo al virus CCHFV (9% di tutti gli animali testati).

Come hai proceduto a portare avanti il ​​tuo studio?

Nel periodo 2022-2023 abbiamo analizzato più di 5.000 tick. Pochissimi sono risultati positivi al virus. Il rilevamento non è molto importante ma devono essere comunque prese tutte le precauzioni necessarie. Soprattutto per gli escursionisti, per evitare punture di zecche che possono trasmettere molti agenti patogeni.

Quali sono i mezzi messi a punto dall’Università della Corsica per studiare questo virus?

L’università è capofila del progetto Arche, finanziato da Francia 2030 con tre milioni di euro. L’obiettivo è comprendere l’emergenza di questo virus in diverse regioni del sud della Francia. I risultati attesi consentiranno di identificare i fattori favorevoli sia all’emergenza che ai rischi di trasmissione, di migliorare le modalità di rilevazione del virus e di stimarne la circolazione.

(UVE: Aix-Marseille Univ, Università di Corsica, IRD 190, Inserm 1207, IRBA), Francia.

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