Un gruppo di ricerca composto da scienziati del CNRS ha scoperto che il cancro, una delle principali cause di mortalità nel mondo, può essere interamente indotto da modificazioni epigenetiche, cioè modifiche che partecipano alla regolazione dell’espressione dei geni e spiegano in parte perché, nonostante un’identica genoma, un individuo sviluppa cellule molto diverse (neuroni, cellule della pelle, ecc.). Se gli studi hanno già evidenziato l’influenza di questi processi nello sviluppo dei tumori, questa è la prima volta che viene dimostrato che le mutazioni genetiche non sono essenziali per l’insorgenza della malattia. Questa scoperta ci spinge quindi a riconsiderare la teoria che, da più di 30 anni, presuppone che i tumori siano principalmente malattie genetiche necessariamente causate da mutazioni del DNA che si accumulano a livello del genoma.
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Per stabilire questo risultato, il gruppo di ricerca ha esaminato i fattori epigenetici che potrebbero alterare l’attività genetica. Causando alterazione epigenetica nei moscerini della frutta, quindi ripristinando il normale stato delle cellule, gli scienziati hanno scoperto che parte del genoma rimane disfunzionale. Questo fenomeno induce uno stato tumorale che si mantiene autonomamente e che continua a progredire, mantenendo in memoria lo stato canceroso di queste cellule anche se si è ripristinato il segnale che lo ha provocato.
Queste conclusioni, saranno pubblicate il 24 aprile 2024 sulla rivista Natura, aprire nuove strade terapeutiche in oncologia.
