I cambiamenti nel microbioma intestinale sono ora ben implicati in varie malattie, tra cui il diabete di tipo 2, l’obesità e la malattia infiammatoria intestinale (IBD). Questa nuova ricerca mostra che alcuni microbi nell’intestino possono anche influenzare il rischio o lo sviluppo di malattie cardiovascolari.
Specie batteriche specifiche che consumano colesterolo
Questi batteri che consumano il colesterolo nell’intestino aiutano a ridurne i livelli e quindi il rischio di malattie cardiache nell’uomo.
Lo studio analizza così i metaboliti e i genomi microbici di oltre 1.400 partecipanti al Framingham Heart Study, una coorte focalizzata sui fattori di rischio cardiovascolare. Tra le conclusioni di questa analisi:
- batteri chiamati Oscillibacter assorbire e metabolizzare il colesterolo dal loro ambiente;
- le persone che trasportano livelli più elevati di questi microbi nell’intestino hanno livelli di colesterolo più bassi;
- viene inoltre identificato un meccanismo utilizzato dai batteri per abbattere il colesterolo.
Queste osservazioni suggeriscono che gli interventi che manipolano il microbioma in modi specifici potrebbero aiutare a ridurre il colesterolo negli esseri umani e contribuire a migliorare la salute cardiovascolare. Precedenti ricerche hanno suggerito collegamenti tra la composizione del microbioma intestinale e lo sviluppo di malattie cardiovascolari e marcatori come i trigliceridi e i livelli di zucchero nel sangue postprandiali. Ma fino a questo studio, le vie metaboliche non erano state identificate. La nuova ricerca fornisce un quadro più completo e dettagliato dell’impatto dei microbi intestinali sul metabolismo:
Sono state identificate più di 16.000 associazioni tra microbi e tratti metabolici,
di cui :
- uno particolarmente forte tra i batteri del genere Oscillibacter e la riduzione dei livelli di colesterolo. Anche il percorso biochimico utilizzato dai microbi per scomporre il colesterolo è meglio decifrato: i batteri trasformano il colesterolo in prodotti intermedi che vengono poi scomposti da altri batteri ed escreti dall’organismo;
- un’altra specie batterica intestinale, Eubacterium coprostanoligenes, contribuisce anche alla riduzione dei livelli di colesterolo. Questa specie porta un gene che gli scienziati avevano precedentemente dimostrato coinvolto nel metabolismo del colesterolo;
- infine, Eubacterium esercita un effetto sinergico con Oscillibacter sui livelli di colesterolo…
Tante scoperte, una comprensione più meccanicistica di come i microbi interagiscono con l’ospite e tsempre implicazioni terapeutiche attraverso il microbiota.