l’agghiacciante testimonianza di un magistrato vittima di un tentato stupro a Créteil

l’agghiacciante testimonianza di un magistrato vittima di un tentato stupro a Créteil
l’agghiacciante testimonianza di un magistrato vittima di un tentato stupro a Créteil
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Par

Antonio Blanchet

Pubblicato il

21 gennaio 2025 alle 16:02

Minuti di violenza e paura. Dal 20 gennaio 2025, un uomo viene processato davanti al tribunale penale di Parigi per tentati stupri commessi su diverse donne nei pressi del tribunale di Créteil (Val-de-Marne). Tra le vittime, un magistrato del tribunale. Martedì quest’ultima è venuta al bar per raccontare la sua aggressione e le conseguenze sulla sua vita.

“Tu ed io, stiamo per…”

Sono le 10:30 quando questo venerdì, 21 ottobre 2022, Pauline* lascia la metropolitana per andare in tribunale. Su questo sentiero tortuoso vicino all’università, il magistrato vede un uomo venire improvvisamente nella sua direzione. “Mi ha spinto e gettato a terra, mettendomi entrambe le mani sul petto. Ho perso gli occhiali cadendo”, racconta con voce calma la vittima.

In questo momento il magistrato cerca di capire il motivo dell’aggressione: “Mi sono detto che o era un imputato che mi aveva riconosciuto, oppure che voleva rubami il telefono che avevo in mano. Non è nessuno dei due. “Tu ed io stiamo per…”, dice l’imputato alla sua vittima. Esplicitamente, mima un gesto sorprendente con i palmi delle mani. “Ho capito che aveva intenzione di fare sesso”, scivola con modestia la giovane dopo aver mimato il gesto davanti ai giudici.

“Era estremamente determinato”

Seguono poi lunghi minuti di lotta tra il predatore e la sua vittima. “Mi ha preso in braccio e mi ha trascinato verso un piccolo sentiero di cemento. Era estremamente determinato. So che stavo urlando. Ho cercato di unire le persone. Mi sono rannicchiato. Sembrava durare parecchio tempo.” Durante l’aggressione, il magistrato perde le scarpe, il cappotto e il maglione. “Non ricordo esattamente se mi sono stati portati via oppure no. Ero così concentrata nel fuggire da lui”, dice Pauline, scusandosi con i giudici per non avere ricordi più precisi.

Le urla allerteranno diversi passanti. L’imputato fugge. È stato arrestato poco dopo aver aggredito altre donne. Il magistrato, in reggiseno e sotto shock, viene curato. “Avevo dello sporco addosso. La gente mi ha restituito il cappotto per coprirmi. Sono stato portato in ospedale e ho attraversato ilunità medico-giudiziarie. Sono tornata a casa in taxi e mi sono dovuta fermare per strada per vomitare”, ha detto la vittima.

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“Ho lottato per riconquistare la mia immagine”

Per diverse settimane, la giovane dovrà ricostruirsi dopo questi eventi traumatici. “Ho dormito male le notti successive e per diverse settimane i colleghi mi hanno accompagnato mentre andavo in tribunale. A poco a poco le cose si calmarono. Sono stata sostenuta dai miei superiori e dalle persone a me vicine”, dichiara. Ancora oggi la giovane donna lo ha ancora l’ipervigilanzasoprattutto quando qualcuno cammina velocemente nella loro direzione.

Per il magistrato, arrivato da poco in tribunale, il timore principale era che i fatti potessero nuocere alla sua attività professionale, dove il trattamento di casi sordidi è all’ordine del giorno. “Avevo molta paura di essere colpito. Ero pari proposto di lasciare la giurisdizione, ma mi divertivo e non volevo diventare il magistrato aggredito. Ho lottato per riconquistare la mia immagine”, racconta la giovane. La sentenza del processo è attesa questo mercoledì.

*Il nome è stato cambiato

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