Par
Tommaso Corbet
Pubblicato il
16 dicembre 2024 alle 11:03
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Da Bordeaux-Bègles a Bayonne attraverso il XV di Francia, Maxime Machenaud ha sperimentato quasi tutto nel corso di una lunga e ricca carriera come giocatore professionista di rugby. Ha ricevuto elogi come critiche a volte eccessivee ritorna a a aneddoto allarmante in un'intervista rilasciata a Mezzogiorno olimpico.
Insultato davanti a casa sua: l'aneddoto angosciante di Maxime Machenaud
A volte tendiamo a dimenticarlo, dato che i media non sono esenti da ogni critica: gli atleti professionisti provano emozioni. I nostri eroi sono umani, così come lo sono i loro rivali, e dovremmo tenerlo maggiormente a mente quando prendiamo in mano il telefono per sfogarci sui social media. O da gridare negli stadi.
Maxime Machenaud ha subito alcune critiche in oltre 17 anni di carriera a livello professionistico. Esiste però una differenza tra questa e la pura e semplice aggressione verbale, come discusso in questo triste aneddoto raccontato Mezzogiorno olimpico quando si discute dell'effetto di questa esposizione sui suoi figli.
«Il più grande ha dieci anni, ma non ha il telefono e, in confronto a quello, non ne avrà uno per molto tempo. I miei figli sentono, sugli spalti, quello che dice la gente. Non sono sciocchi, ma spiego loro. L'anno scorso, quando perdemmo contro il Tolone all'Anoeta, qualcuno venne a casa mia per insultarmi e insultarmi. Era un tifoso del Biarritz. Era felice che avessimo perso. Era piuttosto strano e li ha scioccati non poco. Ci saranno sempre persone a scuola che li criticheranno. “Tuo padre fa schifo”, è già successo”, dice il mediano di mischia.
Il pericolo dei social network
Dopotutto, ognuno è libero di apprezzare un giocatore o di odiarne un altro. Da lì a prendere il passo attivo, nel tempo libero, di recarsi a casa di un elemento del club rivale per insultarlo…
E purtroppo gli eccessi non si limitano alle strade! Sono all'ordine del giorno sui social network, dove non hai nemmeno bisogno di guardare negli occhi il tuo bersaglio per attaccarlo.
“Un commento negativo può spingerti a dimostrare che le persone hanno torto, ma può anche distruggerti. Sai, sono andato da uno psicologo per i commenti negativi e i social network. L'unica cosa da fare, ed è difficile una volta iniziato, è smettere di cercare. […] Ho sofferto molto a causa di Twitter in Francia. Non lo nascondo. Sono andato da qualcuno per risolvere la cosa. […]. Penso che riuscire a convincersi che chi critica dietro uno schermo lo fa semplicemente per gelosia, per paura, o perché si sente troppo coinvolto sia già un grande passo. Non leggere è davvero ancora meglio”, sussurra Machenaud.
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