Capelli sontuosi, vestiti semplici, sigarette

Capelli sontuosi, vestiti semplici, sigarette
Capelli sontuosi, vestiti semplici, sigarette
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Evocatore di paesaggi cinematografici onirici che rasentavano l’incubo, creatore di immagini che si bruciavano sulle palpebre, il regista (e attore, musicista e artista) David Lynch ha ritagliato lui stesso una figura indelebile. In particolare c’erano i suoi capelli. Lussuosamente folta, svettante verso il cielo in una voluta da cartone animato, la pettinatura del signor Lynch, una virile cresta di gallo, era come il profilo di Alfred Hitchcock o la benda sull’occhio di John Ford: intrinsecamente caricaturale e così distintiva da meritare quasi un codice postale.

I capelli, però, erano solo un aspetto di una personalità visiva nettamente impressa, tanto più potente perché composta da elementi basilari. E sigarette.

Intrinseci alla personalità del signor Lynch erano i fumi che fumava durante l’infanzia (in alcune interviste, ha affermato di aver preso l’abitudine all’età di 8 anni), che potrebbero aver contribuito alla sua morte giovedì a 78 anni. Sembrava essere nato alla ricerca di un posacenere.

Le sigarette sono quasi insuperate tra gli oggetti di scena letali per il fascino che hanno esercitato nel corso della storia del cinema, eppure pochi registi le hanno trattate sullo schermo con lo stesso entusiasmo di Lynch, o ne sono stati più gravemente dipendenti nella vita reale. Anche dopo che gli è stato diagnosticato un enfisema nel 2020, il signor Lynch non è riuscito a rinunciarvi, come ha notato People in un’intervista del 2024 con lui. “Ho visto la scritta sul muro che diceva: ‘Morirai entro una settimana se non ti fermi'”, ha detto il signor Lynch alla pubblicazione a novembre.

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