Nel corso di 60 anni di carriera, Oliviero Toscani ha lavorato per le principali riviste globali ed è stato rinomato per i suoi ritratti vibranti e provocatori e per le campagne pubblicitarie che affrontavano questioni come l’ambiente, la migrazione e il razzismo.
Oliviero Toscani, il visionario fotografo italiano noto per le sue provocatorie campagne pubblicitarie e l’audace critica sociale, è morto all’età di 82 anni.
“Con immenso dolore annunciamo la notizia che oggi, 13 gennaio 2025, il nostro amato Oliviero ha intrapreso il suo prossimo viaggio. Chiediamo gentilmente riservatezza e comprensione per questo momento che vorremmo affrontare nell’intimità della famiglia. Kirsti Toscani con Rocco, Lola e Alì”, ha detto la sua famiglia in un comunicato.
L’influente fotografo, classe 1942, combatteva da due anni contro l’amiloidosi, una malattia rara che gli ha fatto perdere 40 chilogrammi in pochi mesi. L’amiloidosi si verifica quando le proteine anomale prodotte dall’organismo si depositano negli organi vitali sotto forma di piccole fibre, causando danni nel tempo.
Who was Oliviero Toscani?
Toscani ha iniziato la sua carriera come giovane fotografo pubblicitario, diventando rapidamente una figura di spicco nel settore della moda. Il suo lavoro è apparso in testate prestigiose come Vogue, Elle e Harper’s Bazaar.
Molto presto nella sua vita, ha sviluppato un amore e una passione per la fotografia, ispirato da suo padre, Fedele Toscani, fotoreporter del Corriere della Sera. Dopo aver studiato al liceo artistico Vittorio Veneto di Milano, si laurea in fotografia all’Università delle Arti di Zurigo nel 1965.
A soli 14 anni pubblicò la sua prima fotografia sullo stesso giornale milanese: un’immagine del dolore di Rachele Mussolini durante il funerale del marito Benito Mussolini nel 1957, dodici anni dopo la sua morte.
Considerato uno dei fotografi pubblicitari più innovativi e provocatori del XX secolo, Toscani si è affermato come uno degli artisti più ricercati dai grandi marchi, lavorando con artisti del calibro di Valentino e Chanel. Ma ha creato il suo lavoro più innovativo e riconosciuto con l’azienda italiana Benetton.
Affrontando temi come i rifugiati, i condannati a morte, gli omicidi di mafia e il razzismo, la collaborazione di Toscani con Benetton ha prodotto alcune delle campagne più non filtrate e provocatorie nella storia della pubblicità.
La collaborazione con il marchio è iniziata nel 1982, è durata fino al 2000, ed è ripresa dal 2018 all’inizio del 2020. Il rapporto si è però interrotto bruscamente in seguito alle controverse osservazioni di Toscani riguardo al Crolla il Ponte Morandiche causò la morte di 43 persone.
Al momento del disastro la famiglia Benetton deteneva la maggioranza della società incaricata della gestione del ponte.
Le campagne pubblicitarie più famose di Toscani
La prima campagna di Toscani per Benetton, caratterizzata dallo slogan “Tutti i colori del mondo”, ha lanciato il messaggio di integrazione del marchio. Ha vinto numerosi premi suscitando polemiche, e in seguito è diventato sinonimo del nuovo nome del marchio, United Colors of Benetton.
Nel 1991 Toscani lancia la rivista Colors, seguita nel 1994 dalla fondazione di Fabrica, un centro internazionale di ricerca sulle arti e sulla comunicazione, la cui sede è stata progettata dall’architetto giapponese Tadao Andō.
In questo periodo realizza una serie di cataloghi monografici incentrati su temi sociali: “Corleone” (1997), ritratti di giovani in uno dei centri storici della mafia in Sicilia, “I girasoli” (1998), dedicato alla vita di bambini disabili e “Noi, nel braccio della morte” (2000), che mette in luce l’ingiustizia della pena di morte.
In una carriera durata 60 anni, Toscani ha lavorato in tutto il mondo. I suoi soggetti spaziavano da John Lennon e Andy Warhol a Muhammad Ali e Lou Reed, oltre a figure come Claudia Schiffer, Monica Bellucci, Federico Fellini e la stella nascente del tennis Jannik Sinner.
Nel 2007 Toscani ha lanciato Razza Umana, un progetto fotografico e video per le Nazioni Unite, incentrato sui diversi aspetti dell’esistenza umana. Ha catturato un ampio spettro di caratteristiche fisiche, sociali e culturali dell’umanità in più di 100 comuni italiani, così come in Israele, Palestina, Giappone e Guatemala.
«Cerco volti nuovi, persone con l’entusiasmo negli occhi, esigo che non abbiano trucco, la bellezza è un’altra cosa», ha detto in occasione del suo 80esimo compleanno, festeggiato nel 2022 con una mostra al Palazzo Reale di Milano.
Ritratti dalla pandemia
L’ossessione di Toscani per i volti è continuata durante la pandemia di COVID-19. Ha invitato le persone a catturare il proprio isolamento attraverso gli autoritratti, pubblicando immagini selezionate sul sito de La Repubblica.
Nell’articolo di lancio dell’iniziativa, Toscani si è chiesto: “Come eravamo al tempo del virus? Un giorno, per fortuna, ce lo chiederemo. Ma chi risponderà? Non ci sono fotoreporter professionisti nelle case della nostra quarantena. Ci siamo”.
“Avete una responsabilità storica! Siete i giornalisti di voi stessi!” disse Toscani. Così da mesi ogni giorno il quotidiano pubblica le foto degli utenti scelti dallo stesso Toscani: «Facciamoci tutti un autoritratto da reclusi, da prigionieri di noi stessi».