lL’ambasciatore francese in Algeria, Stéphane Romatet, è stato “convocato” la settimana scorsa dal Ministero degli Affari Esteri algerino, secondo diversi media, compreso il quotidiano governativo El Moudjahid.
Secondo questi media ufficiali, si tratterebbe di “comunicargli la ferma disapprovazione delle massime autorità algerine di fronte alle numerose provocazioni e atti ostili francesi nei confronti dell’Algeria […] Queste azioni non possono rimanere senza conseguenze”.
« Parigi vuole destabilizzare l’Algeria»
La notizia, che non è ancora stata diffusa dall’agenzia di stampa ufficiale APS, né dalla Farnesina, è riportata dettagliatamente su altri giornali. “Durante l’incontro svoltosi nell’ambito della convocazione, sono stati lanciati forti avvertimenti e l’ambasciatore francese è stato invitato a trasmetterli alle autorità del suo paese, riguardo all’escalation delle ostilità da parte della Direzione generale della Sicurezza esterna francese (DGSE). prendendo di mira le istituzioni statali sostenute dalle cattive intenzioni di Parigi che vuole destabilizzare l’Algeria”, scrive El Khabar.
Di cosa si tratta? Il 7 dicembre, la televisione ufficiale algerina, ENTV, e il canale pubblico di informazione continua, AL24, hanno trasmesso una “inchiesta”, intitolata “Mancato complotto, trionfano le aquile dell’Algeria”. Un ex membro dell’organizzazione dello Stato Islamico in Siria e Iraq, che nel frattempo è tornato in Algeria e ha trascorso diversi anni in prigione, testimonia apertamente davanti alla telecamera sul tentativo di reclutamento, secondo lui, nel 2022, da parte di un ufficiale della DGSE , che si è presentato come membro dell’associazione Artemis, associazione francese che lotta contro la radicalizzazione.
LEGGI ANCHE Tebboune sulla sua visita in Francia: “Non andrò a Canossa! » Estratti dalla videosorveglianza e dalle foto di supporto, l’«inchiesta» ripercorre gli incontri tra il giovane algerino e il suo interlocutore francese, che gli avrebbe chiesto informazioni sugli ambienti radicali di Algeri, ma anche «di unirsi a gruppi armati in Niger» e di «avviare una gruppo terroristico ad Algeri”.
“Un piano machiavellico sventato brillantemente dai servizi di sicurezza algerini. Questa sciocchezza non lascia spazio a dubbi sulle intenzioni delle lobby francesi ostili all’Algeria e sulla loro ostinazione guidata dall’uso di metodi subdoli per destabilizzare il paese”, commentano El Moudjahid nella sua edizione di questa mattina, collegando la vicenda ad “un’offensiva mediatica di rara intensità » in Francia in seguito all’arresto dello scrittore Boualem Sansal e la sua incarcerazione.
Armamento per il MAK
Gli stessi media sopra citati aggiungono che “a sostegno delle prove, Algeri ha fornito al rappresentante ufficiale della Francia in Algeria elementi fortemente probatori di questa ripetuta e palese ostilità da parte di Parigi”, citando “tentativi, fortunatamente sventati dai servizi di sicurezza algerini, di francesi farmacie o in collegamento più o meno diretto con le massime sfere d’influenza francesi, di introdurre attraverso il porto di Béjaïa una quantità di armi e munizioni provenienti da dal porto francese di Marsiglia. Armamento di cui non ci è stata precisata né la natura né la quantità, ma la cui destinazione non è più in dubbio agli occhi di Algeri: il MAK, il movimento terroristico del rinnegato Ferhat Mehenni», secondo Serata algerina.
LEGGI ANCHE Questi separatisti della Cabilia che ulcerano Algeri “Algeri avrebbe voluto ricordare all’ambasciatore francese in Algeria la protezione e il sostegno attivo concesso da Parigi ai membri attivi dei gruppi terroristici chiamati Rachad e MAK. La capitale francese è arrivata al punto di offrire e mettere a disposizione la logistica che consente a queste due organizzazioni terroristiche di svolgere “in tutta pace e impunità” attività sovversive contro l’Algeria. »
Rachad, gruppo di ex membri del Fronte Islamico di Salvezza (sciolto nel 1992) in esilio, e il I Movimenti per l’Autonomia della Cabilia sono descritti da Algeri come “entità terroristiche”.
Nell’elenco dei richiami sono citati anche “ incontri che riuniscono attorno a diplomatici francesi di vario grado, soprattutto agenti consolari dipendenti della DGSE, personaggi noti per la loro dichiarata e permanente ostilità nei confronti delle istituzioni algerine. Per il momento, e allo stato delle nostre informazioni, non sono stati comunicati i nomi di questi “algerini” in conclave nei recinti della rappresentanza ufficiale francese in Algeria”, sempre secondo la stessa fonte.
« Limiti di pazienza superati »
Durante la convocazione dell’ambasciatore francese agli Affari Esteri, “Algeri ha voluto anche esprimere nella maniera più forte possibile il suo rifiuto di tollerare ulteriormente simili azioni e comprovati tentativi di ricatto”, riferisce Serata algerina. “In mancanza di ciò, rivela la nostra fonte, la Repubblica Democratica e Popolare Algerina posiziona il cursore più in alto, spiegando senza mezzi termini che la pazienza algerina ha dei limiti che, in questo caso, sono stati superati, dando quindi tutto il diritto di rispondere in forme urgenti, intense, e la gradazione di questi atti e azioni aggressivi e malevoli che durano da troppo tempo”, continua il quotidiano algerino.
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Risposta
Questa nuova escalation diplomatica e mediatica si inserisce nella continuità della crisi tra Algeri e Parigi dopo il riconoscimento da parte della Francia della “natura marocchina” del Sahara Occidentale lo scorso luglio. Tensioni in aumento dopo le controversie aziendali Cammello Daoud e Boualem Sansal in un triangolo di crisi Algeri-Rabat-Parigi.
Ufficialmente la Francia non ha ancora reagito a questa nuova escalation.