“Non abbiamo altra scelta, agiamo secondo la legge”: cosa c’è da sapere dopo l’annuncio della chiusura definitiva di Marineland ad Antibes

“Non abbiamo altra scelta, agiamo secondo la legge”: cosa c’è da sapere dopo l’annuncio della chiusura definitiva di Marineland ad Antibes
“Non abbiamo altra scelta, agiamo secondo la legge”: cosa c’è da sapere dopo l’annuncio della chiusura definitiva di Marineland ad Antibes
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Se ne parlava già da diversi mesi da parte delle associazioni animaliste. E questo mercoledì mattina Marineland lo ha annunciato ufficialmente, dopo averlo fatto sapere in CSE ai suoi dipendenti: il parco marino di Antibes chiuderà definitivamente i battenti tra un mese, il 5 gennaio.

Nel suo comunicato stampa, il parco afferma di sì “costretti a considerare la chiusura definitiva dello zoo marino”.

“Agiamo in conformità con la legge 2021”

“Questa chiusura è la diretta conseguenza dell'applicazione della legge del 30 novembre 2021 che vieta la detenzione di animali a scopo di spettacolo conferma a Nice-Matin la gestione del parco. Il pubblico è venuto per ammirare gli spettacoli di orche e cetacei, questo non sarà più possibile. Quindi non ci resta che chiudere. Agiamo quindi nel rispetto della legge.” insiste Marineland.

Sulla bilancia pesava anche la difficile situazione economica. “Ma tutto è collegatoprende il controllo del parco. Dopo le difficoltà economiche legate alla crisi covid, la legge 2021 ha assestato un colpo fatale e ha comportato un calo duraturo delle presenze. In 10 anni la presenza a Marineland è passata da 1,2 milioni a 425.000 visitatori all'anno.”

Il futuro di 103 dipendenti è in sospeso

Con la chiusura in vigore tra un mese, cosa succederà ai dipendenti del parco? “Nell’ambito giuridico, nei prossimi giorni si apriranno le discussioni con gli organi di rappresentanza del personale sulle conseguenze sociali ed economiche della chiusura, informa Marineland che ricorda che oltre ai 103 dipendenti, “Il parco è anche il principale datore di lavoro stagionale delle Alpi Marittime con circa 500 posti di lavoro offerti durante il periodo estivo.”

Per quanto riguarda gli animali ancora presenti nel parco, oltre alle ultime due orche attorno alle quali si è cristallizzato il dibattito negli ultimi anni – quasi 4.000 compresi i numerosi acquari – il parco assicura che li sta facendo propri. “Un’altra priorità per il futuro dei dipendenti”. “Studieremo tutte le strade per gli animali, comprese le orche, in stretta collaborazione con le autorità competenti. Individueremo le soluzioni migliori per accogliere questi cetacei in strutture equivalenti in termini di qualità delle cure e di progetti educativi con l'unica priorità è il benessere. essere di questi animali.”

Un imminente trasferimento di orche?

Da parte loro, le principali associazioni mobilitate per il futuro delle orche, dei delfini e degli altri leoni marini detenuti nel parco non sono sorprese dall'annuncio della chiusura. Ma restano molto preoccupati per il futuro. “Lo diciamo da più di tre mesi confida Christine Ringuet dello Spirito di Tilikum. Ci teniamo comunque a sottolineare che questa legge del 2021 permette al parco di tenere gli animali, ma che questa soluzione, in assoluto la migliore per il loro benessere, non è mai stata presa in considerazione…”

Se il parco lo smentisce, le associazioni mettono in dubbio anche la tempistica di questo annuncio di chiusura che arriva il giorno prima della decisione del tribunale sull'autorizzazione al trasferimento delle orche. “ Le domande sulle coincidenze ha detto Muriel Arnal di One Voice. Ci si potrebbe chiedere se questo non sia un modo per il parco di fare pressione sul giudice dicendogli: '“Guarda tra un mese chiudiamo, dobbiamo trasferire le orche il più velocemente possibile”.

Con questo annuncio la preoccupazione delle associazioni ha lasciato il posto anche oggi a tanta rabbia. Particolarmente rivolto “all'inerzia del governo francese”. “Il parco decide di gettare nella spazzatura gli animali che non gli portano più nulla, così come noi buttiamo i vecchi mobili denuncia Muriel Arnal di One Voice. Quindi non è più in Giappone che Wikie e Keijo stanno andando, ma al Loro Parque in Spagna, dove conosciamo anche il modo di fare le cose. Oggi non c’è altra soluzione perché il Ministero non ha fatto quello che aveva detto nell’ambito della legge 2021. Non ha mai pensato al futuro di questi animali. Wikie e Keijo moriranno e noi saremo lì a testimoniarlo nonostante tutti i nostri avvertimenti.”

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