La politica educativa portata avanti in Francia dal 2017 sta dando i suoi frutti, e sono amari… se non inaspettati. L’indagine internazionale Timss (Trends in International Mathematics and Science Study) 2023, che misura i risultati degli studenti CM1 e 4 ogni quattro annie in matematica e nelle scienze, fa l'osservazione implacabile.
Pubblicato mercoledì 4 dicembre, non solo conferma che la Francia ottiene tra i peggiori risultati del mondo, a livello economico comparabile, in queste due materie. Mostra anche che il nostro Paese rimane uno dei più disuguali, sia socialmente che dal punto di vista del genere, in termini di risultati educativi. E nota che la situazione è solo peggiorata negli ultimi quattro anni, almeno.
Ma è quasi un grido di vittoria quello che lancia il comunicato ufficiale del Ministero della Pubblica Istruzione: “Tra il 2019 e il 2023, i punteggi degli studenti che frequentano la scuola in Francia rimangono stabili in matematica e scienze. » Solo che questa stabilità è molto al di sotto della media.
Il 15% degli studenti non raggiunge il livello minimo di comprensione in matematica
Nel CM1, i risultati degli studenti in matematica (484 punti) collocano il nostro Paese all'ultimo posto della scala: appena davanti al Cile, nettamente al di sotto della media dell'Unione Europea (524 punti) o dell'OCSE (525 punti). E lontano, molto lontano dalla Corea del Sud o dal Giappone, che sono vicini ai 600 punti, e quasi altrettanto lontano dalla Turchia, dall’Inghilterra, dalla Romania…
Nella scienza, il quadro è simile. Nel nostro Paese, rileva inoltre l'indagine, il 15% degli studenti di matematica e il 12% di scienze non raggiungono il livello minimo di comprensione, situato a 400 punti, mentre nell'Ue in media il 7% degli studenti ci riesce. Nel 4ele cose non migliorano: anche qui la Francia non è lontana dal vincere la vetta con 479 punti in matematica e 486 punti in scienze, quando le medie UE/OCSE si attestano a 507 e 509 punti.
Gli esperti del Depp (dipartimento valutazione, previsione e performance del ministero) notano, nelle loro note di analisi Timss 2023, che i risultati della Francia non sono più brillanti in termini di disuguaglianze. Per CM1, il divario tra gli studenti provenienti da famiglie molto avvantaggiate e quelli provenienti da famiglie molto svantaggiate “collocare la Francia tra i paesi più diseguali dell’UE e dell’OCSE” nel campo della matematica. Quando passiamo al livello 4e d'altro canto, questi divari si stanno riducendo e collocano la Francia “nella media dei paesi OCSE”.
Le disuguaglianze di genere peggiorano a scuola
Le disuguaglianze di genere non vengono dimenticate. E stanno peggiorando, non solo rispetto alla precedente indagine del 2019, ma anche rispetto al 2015. In matematica, le ragazze CM1 erano 6 punti dietro i ragazzi in matematica nel 2015. Nel 2019 è salito a 13 punti e nel 2023 si attesta a 23 punti.
Questa volta il nostro Paese non fa eccezione poiché questa differenza tra ragazze e ragazzi in matematica è una costante in tutti i paesi studiati (ad eccezione della Romania). Ma “è in Francia che il divario è maggiore”insiste nella nota di Depp. In quarta la situazione è appena meno grave: nel 2019 le ragazze erano 8 punti indietro rispetto ai ragazzi in matematica, cifra salita a 12 punti nel 2023, mentre in scienze ragazze e ragazzi ottengono punteggi comparabili.
Va notato di passaggio che Timss 2023 stabilisce che, nella UE, gli studenti francesi sono quelli che passano più ore a fare matematica, in nome dei famosi “fondamentali”… pur ottenendo i peggiori risultati. Possiamo sempre brandire gli effetti del Covid per spiegare questi risultati generalmente catastrofici. Solo che la politica di apertura delle scuole a tutti i costi, portata avanti come una bandiera dall'allora ministro Jean-Michel Blanquer, avrebbe dovuto proprio permettere agli studenti francesi di resistere meglio.
Non è stato così, lo vediamo. Questi risultati segnano di fatto il fallimento complessivo delle riforme educative portate avanti a partire dal 2017, dal “piano matematica” lanciato nel 2018 alla suddivisione di CP e CE1 in zone educative prioritarie, tra cui “leggere, scrivere, contare”. Il problema è altrove. Nessuna riforma può dare frutti quando, “allo stesso tempo”, eliminiamo posti a migliaia, rifiutiamo agli insegnanti (come rileva anche Timss 2023) la formazione continua che richiedono e gli aumenti che renderebbero nuovamente attraente la professione.
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