Francia e Arabia Saudita firmano nove contratti di cooperazione culturale

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Il ministro della Cultura, Rachida Dati (a destra), e il suo omologo saudita, il principe Badr Bin Farhan Al Saud, al Ministero della Cultura, a Parigi, Francia, 11 novembre 2024. STAMPA BALKIS/ABACA

Le compagnie francesi che scortano Emmanuel Macron per la sua visita di stato di tre giorni in Arabia Saudita non sanno ancora se partiranno con contratti succosi in borsa. Per ora, la Francia ha capitalizzato sull’unica risorsa che la conflagrazione del Medio Oriente o il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca non rischiano di compromettere: la cultura. Un ingrediente chiave nella vasta operazione di trasformazione sociale intrapresa dal principe ereditario Mohammed Ben Salman per diversificare la sua economia e ripristinare la sua disastrosa immagine in termini di diritti umani. martedì 3 dicembre alla vigilia di una probabile caduta del governo di Michel Barnier, il ministro della Cultura, Rachida Dati, e il suo omologo saudita, il principe Badr Bin Farhan Al Saud, hanno annunciato nove accordi di ingegneria culturale in settori che riguardano sia l'archeologia, il cinema e la fotografia.

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Da febbraio, i due ministri si sono incontrati tre volte per rilanciare il partenariato franco-saudita al di là del sito nabateo di Al-Ula, il cui sviluppo è stato oggetto di un accordo bilaterale firmato nel 2018. “L’Arabia Saudita ha grandi esigenze in termini di infrastrutture e formazione e vede la Francia come un sistema centralizzato che fornisce accesso a una vasta gamma di risorse”sosteniamo Rue de Valois.

Da vent'anni, sotto la guida dell'instancabile Laïla Nehmé, gli archeologi francesi scavano nel deserto ocra di Al-Ula, testimone di un passato preislamico a lungo negato. Il nuovo accordo siglato il 3 dicembre prevede l'intervento della consulenza dell'Istituto nazionale per la ricerca archeologica preventiva (Inrap), in particolare per gli scavi da effettuare nella nuova città di Qiddiya, dove nascerà un gigaprogetto dedicato allo sport e al tempo libero.

Siti del patrimonio

Un accordo con l’Operatore del Patrimonio e dei Progetti Immobiliari Culturali (Oppic) mira a sostenere la ristrutturazione dei palazzi storici sauditi, tra cui 23 edifici reali. Inoltre, un altro contratto stipulato con il Centro dei Monumenti Nazionali prevede il sostegno alla promozione dei siti del patrimonio e all'attuazione di una strategia pubblica.

La Scuola Superiore di Fotografia di Arles, associata ad altre istituzioni francesi, contribuirà alla progettazione e alla museografia di un museo della fotografia che dovrebbe vedere la luce a Riad nel 2027. L'Istituto del Patrimonio Nazionale formerà 600 professionisti sauditi. Il Grand Palais e il Meeting dei Musei Nazionali metteranno a disposizione dei musei sauditi la loro esperienza anche in termini di boutique-librerie. La Scuola Nazionale Superiore di Creazione Industriale darà una mano alla museografia del futuro New Arts Museum, dedicato alle nuove tecnologie, la cui inaugurazione in un edificio esistente è prevista a Riyadh nel 2026.

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