RAPPORTO DELL'UDIENZA – Me Solange Doumic si è battuta lunedì per Thierry Légier, affermando che era effettivamente un assistente parlamentare.
Non sempre è invidiabile essere più alti degli altri: attiri più attenzione. Thierry Légier è ben posizionato per saperlo. La sua testa rasata brilla molto più di quella – più o meno rasata – degli altri imputati nel processo dei cosiddetti “assistenti parlamentari del FN”. Durante i dibattiti, quello che tutti identificano come “la guardia del corpo” di Jean-Marie, poi di Marine Le Pen, ha cercato di convincere la corte che era in realtà un assistente parlamentare dell'eurodeputato Fernand Le Rachinel, allora cofondatore del partito. Con una felicità discutibile.
Lunedì è toccato al suo avvocato difendere il signor Légier, contro il quale l'accusa ha chiesto una pena detentiva di 18 mesi con sospensione della pena, una multa di 70.000 euro e due anni di ineleggibilità. Una sentenza che, se venisse pronunciata, potrebbe figurare sul suo casellario giudiziale e firmare il suo “morte professionale” come agente armato di protezione ravvicinata (Apra). Me Solange Doumic inizia, si potrebbe dire, la sua supplica…
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