“Spero vivamente che il mio amico Boualem Sansal ritorni presto da noi”

“Spero vivamente che il mio amico Boualem Sansal ritorni presto da noi”
“Spero vivamente che il mio amico Boualem Sansal ritorni presto da noi”
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TRIBUNA – In un testo molto personale e di rara sensibilità, il premio Goncourt 2024 per il suo libro Ore (Gallimard) sostiene lo scrittore franco-algerino che sarebbe nelle mani dei servizi di sicurezza del regime e rischierebbe il carcere.

Se non fosse tragica, l’immagine rivaleggia con il burlesque. Il mio amico fa le smorfie, agita le mani, prende un quaderno e poi scarabocchia. Aspetto, altrettanto silenzioso. Allora gli faccio segno con la mano di scostare il lenzuolo che brandisce: la luce è troppo forte, non riesco a leggere. Adesso comunichiamo con l'Algeria su WhatsApp: scrivendo su note. Perché la linea spesso va monitorata, ascoltata. Ad Algeri si sparge la voce che il “Regime” abbia appena acquistato una nuova flotta di apparecchi di ascolto da un paese europeo.

E allora eccoci di nuovo tutti, scrittori, imprenditori, intellettuali, mortali o sopravvissuti, a comunicare attraverso segni e scritte che ci mostriamo in video su WhatsApp. Questo paese è ora conosciuto come “Nuova Algeria”. Troverai donne e uomini coraggiosi, donne e uomini codardi. Scrittori che tacciono sul terrore…

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