l“L’Algeria utilizzerebbe la sua diaspora in Francia come strumentoinfluenza nel contesto di“una strategia di pressione”, ha rivelato un articolo sulla rivista Le Point. Essiagirebbe secondo i media francesi,‘un modo di‘usare il patriottismo per spaventare la gente‘opposizione.
La rivista francese è tornata sull’arresto dei blogger algerini in Francia che hanno ripetutamente manifestato posizioni incitando all’odio o addirittura commettendo atti di violenza in Francia.
“Algeri sta cercando di sfruttare il patriottismo dei suoi cittadini francesi, con o senza doppia cittadinanza, per spaventare i suoi oppositori. Non vinto»scrive subito la rivista, stimando che i blogger utilizzassero, “artigiani dell’odio ordinario» ci sonoillustrazione di “la volontà di‘Algeri d‘usa la tua diaspora».
Per la revisione, la strategia del “mano del‘sconosciuto» rilasciato a tutti i costi dal regime algerino per diversi decenni per camuffare qualsiasi problema politico interno o incidente diplomatico viene oggi utilizzato nel senso opposto.
«LL’argomento è pratico, inarrestabile, mantiene il mito dell’«una nazione in pericolo, gelosa delle potenze esterne tra cui, in primis, la Francia seguita a ruota da Marocco e Israele»stima il punto.
“La criniera è nota, il ritornello logoro. Questa volta, “la mano di“straniero” è algerino : quello del burattinaio che ilpossiamo indovinare dietro i quattro influencer arrestati in Francia dalla polizia per commenti incitanti all’odio»continua la pubblicazione.
L’uso di questa tecnica e le accuse di cospirazione contro l’Algeria mirerebbero a mantenere la coesione interna e a creare nemici esterni per giustificare le politiche militari e di sicurezza del regime.
La rivista indica che le autorità algerine contano sulla mobilitazione della diaspora algerina in Francia, compresi quelli con doppia cittadinanza e residenti, come mezzo per ottenere vantaggi politici e diplomatici.
Ciò avviene attraverso varie strategie, come reclutare influencer sui social media, stimolare sentimenti nazionalisti, diffondere discorsi specifici nei media, al fine di costruire l’opinione pubblica internazionale e tentare di raccogliere vittorie di fronte agli avversari regionali. , principalmente il Marocco.
Tra questi influencer dell’odio ce ne sono alcuni noti per “live” su Tiktok, che si considerano tali «soldati addormentati»illustrando il loro desiderio di attuare l’agenda del regime algerino.
Se questa strategia algerina sembra prendere di mira innanzitutto la Francia, in realtà l’obiettivo principale è reprimere l’opposizione algerina all’estero, coloro che sfuggono alle crepe del sistema giudiziario algerino e che non vengono rimandati in Algeria nonostante i mandati di arresto internazionali.
In effetti, le figure critiche che osano esprimersi vengono descritte come «traditori» dal regime algerino e sono oggetto di campagne di diffamazione e arresti, come è avvenuto per diversi esponenti politici, giornalisti e familiari di queste personalità che talvolta si trovano a pagare per le cariche di iscritti. L’ultimo caso è quello dello scrittore Boualem Sansal che mostra la portata di questo regime repressivo.
Le autorità algerine potrebbero cercare di migliorare la propria immagine all’estero attraverso campagne sui social network, in particolare per attirare un sentimento di nazionalismo tra i giovani, l’apparato repressivo non può nascondere la realtà del sistema.