con Karim Marrakchi, “Tutto sta cambiando” a Dar El Kitab

con Karim Marrakchi, “Tutto sta cambiando” a Dar El Kitab
con Karim Marrakchi, “Tutto sta cambiando” a Dar El Kitab
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La mostra di Karim Marrakchi continua fino al 25 gennaio a Dar El Kitab, a Casablanca, scandita da presentazioni di altri artisti che sono in sintonia con l’approccio dell’artista visivo.

Karim Marrakchi ha investito lo spazio di Dar El Kitab, a modo suo. Se Marrakchi si dedica interamente all’arte dal 2005, la sua lunga esperienza di architetto è testimoniata dall’utilizzo di questa casa situata in Place de la Mosquée, nel quartiere Habous, per la quale i progettisti francesi hanno voluto ispirarsi all’architettura tradizionale . L’installazione tende a mettere in luce le potenzialità di questo patrimonio marocchino filtrato attraverso il vaglio di quella che era la modernità all’inizio del XX secolo. Dall’ingresso «saliamo verso l’open space, la terrazza e con l’opera», confida a Ispirazioni ECO.

“C’è un’evoluzione nella verticalità. Sotto, all’ingresso, siamo nell’abisso. Salendo le scale, incrociamo “Marine”, diverse foto del mare, poi passiamo attraverso l’infanzia, con la natura riflessa, la foresta mistica, gli uccelli…”. Specifica inoltre che la luce del Marocco e l’intimità quotidiana con l’oceano, la sua presenza commovente, hanno lasciato un’impronta che ispira il suo lavoro e conduce il lavoro verso interrogativi metafisici. Il supporto in vetro gli permette di sviluppare il suo rapporto con la luce. Accoglie la riflessione come materia che è parte integrante del dipinto.

La caratteristica delle sue immagini, infatti, è una composizione il più delle volte classica, familiare, che ci sembra di riconoscere al primo sguardo. Ma cancellata la figurazione, la perplessità costringe a soffermarsi su un’immagine, di fatto in movimento, rinnovandosi ad ogni osservazione, negli occhi dello spettatore.

“Una rete con altri artisti”
La curatrice del progetto, Géraldine Paoli, spiega che si cercava “un luogo architettonico, una casa che accompagna realmente il lavoro di Karim, di cui è il filo conduttore proprio per evidenziarne lo spirito, è una maglia con altri artisti, altre discipline.

Così, Abdeslam Raji ha scritto poesie che risuonano con il lavoro di Karim Marrakchi. Meryem Aboulouafa, da parte sua, ha scelto una canzone trasmessa sul posto. Reda Belhaj ha offerto momenti di meditazione attorno al Sufismo.

In una delle stanze sono appesi fili di vita creati da donne di Marrakech, che raccontano le loro storie. Il compositore coreano Uzong Choe ha prodotto un pezzo sonoro in risonanza con la stanza superiore, chiamato “Preludio”, mentre brani di Seunyon-Seny Lee forniscono il suono per l’ingresso, legato al lavoro di Thai Haraud Sextus.

Con Fatima Zahra Salih si sta lavorando per raccogliere racconti orali con la Corea e il festival che ospita a Béni Mellal. Il workshop “Polarità ancestrali, cammino degli antenati, voce del cuore” è stato condotto da Aziza Taziri. Quanto alla poetessa Irène Piccolo, darà una restituzione il 18 gennaio, e Ahlam Chaieri, uno spettacolo: “Scrivere in risonanza”, il 23, alle 16, poi alle 19.

La rete 5V
Il 12 gennaio, l’artista visivo e performer Youssef Ouchra ha ospitato uno sviluppo del suo progetto 5 V. L’idea di questo protocollo gli è venuta durante la reclusione, mentre osservava il dispiegamento di una colonna di satelliti 5G da parte di un famoso miliardario.

Inoltre, la ricerca scientifica dimostra che le piante sono esseri sociali che comunicano tra loro, in particolare le radici che emettono segnali chimici. Unendo bruscamente queste due realtà, l’artista propone di rispondere con le sue 5 “V”: vita, abitare, vegetazione, viaggio, veicolo.

Quest’ultimo termine viene utilizzato dai nativi americani per designare tabacco, bevande allucinogene o oggetti “sciamanici”. L’obiettivo è creare una rete vegetale “dove gli esseri umani partecipano a un’utopia”. Youssef Ouchra si ispira a un rituale Amazigh i cui equivalenti si trovano in tutto il pianeta e che consiste nell’affidare e associare un desiderio, o una preoccupazione in questo caso, a una pianta.

L’inchiostro utilizzato è naturale, una miscela di curcuma, zafferano e un decotto di petali di fiori. Nel Maghreb è “inchiostro magico” utilizzato per i talismani.

La scritta o il disegno presente sulla carta viene poi bruciata e le sue ceneri vengono fatte scivolare nella terra, tra le radici. Il “satellite” così creato potrà poi essere lanciato in aria, utilizzando palloncini gonfiati ad elio, piantati nel terreno o in un vaso. Diventa una delle “antenne” della rete.

L’idea si estende ben oltre il Marocco e le sue ramificazioni si trovano un po’ ovunque, dal Sud America al Mar Baltico. È in preparazione un’applicazione per localizzarli e permettere a tutti di guardarli. “Tutto sta cambiando”, il titolo dell’intero lavoro presentato a Dar El Kitab, si traduce letteralmente come: “Tutto sta cambiando”.

Murtada Calamy / Ispirazioni ECO

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