Le vacanze di fine anno segnano un picco di attività per i medici di guardia, ma persiste una disputa con gli assicuratori intorno alla tassa d'emergenza di 40 franchi, considerata eccessiva. È stato annunciato un accordo parziale, senza risolvere il conflitto.
Alla fine della scorsa settimana medici e assicuratori hanno pubblicato un comunicato stampa congiunto, annunciando una “soluzione” riguardante la tariffa forfettaria di 40 franchi, che dovrebbe compensare il disagio del medico in caso di consultazione urgente o visita fuori dall'orario abituale.
>> Leggi di più: Accordo raggiunto tra la FMH e prio.swiss sulla tassa d'emergenza
Questa formulazione suggeriva una completa risoluzione del conflitto. Tuttavia, a una lettura attenta, l'accordo riguarda un solo aspetto: consentirà ora ai medici dipendenti di riscuotere questa imposta come quelli autonomi.
Progressi limitati, poiché questa questione tecnica non è stata al centro delle tensioni che hanno scosso il mondo medico negli ultimi mesi. Le minacce di bancarotta o di sciopero, ampiamente diffuse dai media, rimangono senza risposta concreta.
Rimborsi retroattivi
Il nocciolo del problema risiede nella decisione presa quest'estate dal Tribunale federale, che autorizza gli assicuratori a richiedere in alcuni casi il rimborso retroattivo di cinque anni di tasse di emergenza. Il comunicato stampa non dissipa le preoccupazioni su questo argomento.
Secondo due centri medici privati intervistati da RTS, resta “troppa incertezza” per valutare le conseguenze di questo accordo parziale. I termini e le condizioni non sono stati resi pubblici e gli studi medici senza una propria rappresentanza istituzionale devono accontentarsi del comunicato stampa di quattro paragrafi.
Tra le righe, sembra che gli assicuratori non rinunceranno al loro diritto di chiedere rimborsi quando la fatturazione sarà ritenuta “anormalmente alta” e “sistematica”. Un approccio percepito come ingiusto da molti medici di turno.
Divergenza interpretativa sull'emergenza
Per gli assicuratori solo casi di comprovata emergenza giustificano la tassa di 40 franchi. Secondo loro, un'infezione all'orecchio senza appuntamento il giorno di Natale non rientra in questa categoria, a differenza di un sospetto ictus.
I medici rifiutano questa interpretazione rigorosa. Lavorare al di fuori degli orari abituali – la sera, nei fine settimana o nei giorni festivi – comporta vincoli specifici che, secondo loro, giustificano questa compensazione aggiuntiva.
Senza questa tassa, avvertono gli operatori, le cliniche rischiano di chiudere, costringendo i pazienti a rivolgersi a ospedali già saturi. Tuttavia, i centri medici privati svolgono un ruolo chiave nell’assorbire parte della domanda, in particolare grazie ai riorientamenti effettuati dagli stessi ospedali.
La battaglia legale continua
Di fronte alle critiche, diversi studi medici privati hanno incaricato un prestigioso studio legale di difendere il loro modello. Nel frattempo continuano le trattative tra assicuratori e medici. Vogliono concordare entro la fine di gennaio un nuovo modello di fatturazione di emergenza, che entrerebbe in vigore nel 2026.
Romain Carrupt/esercizio