È già bloccato. Alcuni emendamenti alla “legge speciale” sul bilancio sono stati dichiarati lunedì inammissibili da Yaël Braun-Pivet, presidente dell'Assemblea nazionale. Non avendo adottato un bilancio per il 2025, i deputati dovranno esaminare questo lunedì pomeriggio un “progetto di legge speciale”, destinato a garantire la continuità dei servizi pubblici.
Molti deputati hanno voluto cogliere l'occasione per indicizzare la scala dell'imposta sul reddito all'inflazione, per evitare aumenti per i contribuenti l'anno prossimo. Numerosi deputati hanno presentato emendamenti in questo senso, tra cui quello firmato dal relatore generale del Bilancio, Charles de Courson (Liot), e dal presidente della commissione Finanze, Éric Coquerel (LFI).
Ma questi emendamenti sono stati dichiarati inammissibili, secondo il parere del Consiglio di Stato, ha dichiarato l'entourage del presidente dell'Assemblea. Martedì scorso il Consiglio di Stato ha ritenuto che la legge speciale non fosse lo strumento adeguato per attuare tale indicizzazione.
Aumento delle tasse per 17 milioni di famiglie
Senza l’indicizzazione, “380.000 nuove famiglie” potrebbero ritrovarsi soggette a tassazione l’anno prossimo, e “poco più di 17 milioni di esse” subirebbero un aumento di questa imposta, secondo il dimissionario ministro del Bilancio Laurent Saint-Martin.
La situazione potrebbe però essere corretta nella finanziaria 2025 o in un altro disegno di legge all'inizio del prossimo anno, mentre il disegno di legge speciale, destinato a garantire la continuità dello Stato in assenza di una legge di bilancio votata nel 2024, sarà esaminato lunedì dal Parlamento Assemblea.
Reagire a questa decisione su “Su una legge senza precedenti, mi è sembrato che la legge non fosse stabilizzata e che il parere che avevo formulato potesse essere compreso e almeno potesse essere testato davanti al Consiglio costituzionale senza danneggiare l'intera legge”, si limita a sostenere.
D'altro canto, ha insistito su una lettera inviata domenica al nuovo primo ministro, firmata insieme a Charles de Courson, in cui si chiedeva che un certo numero di disposizioni fiscali con “consenso tra le due assemblee” e aventi carattere “urgente” può entrare in vigore rapidamente”. Una proposta che, secondo lui, d'ora in poi assumerà “ancora più significato”. Tra le misure proposte figura in particolare l'indicizzazione della scala fiscale all'inflazione.
Una scelta per “far pagare la censura”, credono LFI e RN
Tra le file della LFI, altri deputati, invece, hanno reagito in modo molto più forte, come la vicepresidente dell'Assemblea nazionale Clémence Guetté, che accusa Yaël Braun-Pivet di aver deciso di “aumentare le tasse”. “Macronie ha deciso di far pagare la censura ai francesi. (…) La loro bassezza non ha limiti”, critica, riferendosi alla caduta del governo Barnier il 4 ottobre, in seguito alla mozione votata dal Nuovo Fronte Popolare e dal RN.
Da parte sua, anche il gruppo RN del Palazzo Borbone stima che il presidente dell'Assemblea “metta la museruola ai deputati”. “C'è quindi la presunta volontà di sanzionare i deputati, e di fatto il popolo francese che essi rappresentano, per aver votato a favore della censura contro il governo”, sostiene anche. Fa riferimento anche al bilancio 2025, “esaminato a gennaio per l’adozione prima del periodo di riscossione delle imposte”, in modo che la scala venga “aggiustata” in quel momento.
La “legge finanziaria speciale” potrà essere utilizzata quando lo Stato si ritroverà senza bilancio il 1° gennaio, per evitare la paralisi amministrativa. Non è di natura politica e spesso contiene pochi articoli. In sintesi, consentirà di rinnovare il bilancio 2024 per l’anno 2025, fino all’adozione di un nuovo bilancio.