Il Ministero dell’Industria, del Commercio e delle Pmi (Pmi) ha diffuso una nota per fare luce sulle voci secondo cui vigerebbe un divieto di importazione di indumenti di seconda mano (‘feug diay’) in Senegal. Secondo il documento, “la misura non è in alcun modo intesa a penalizzare o mettere in difficoltà gli operatori economici ed i consumatori. Fa piuttosto parte di un progetto di tutela del settore tessile locale”.
Contrariamente a quanto ampiamente diffuso sui social network, questo divieto non è immediato.
“Questa non è affatto una misura immediata o un divieto brutale, come è stato interpretato”. Ma di una possibilità che verrà offerta allo Stato del Senegal negli anni a venire nel suo processo di industrializzazione per proteggere i materiali tessili creati in Senegal.
Vale a dire, tutelare il “Made in Senegal” e consumarlo localmente “incoraggiando la produzione nazionale e la creazione di posti di lavoro in questo settore chiave della nostra economia”. Il ministero afferma di essere “pienamente consapevole dell’importanza degli indumenti di seconda mano per molte famiglie senegalesi e rimane attento alle parti interessate” e si impegna a mettere in atto meccanismi di consultazione per garantire una transizione armoniosa e vantaggiosa per tutti i cittadini.
lupo
Senegal