Irregolarità rilevate nell’assegnazione dei mandati

Irregolarità rilevate nell’assegnazione dei mandati
Irregolarità rilevate nell’assegnazione dei mandati
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Keystone-SDA

Lunedì la Corte dei conti ha pubblicato un rapporto intransigente sull’acquisizione di servizi e sulla ripartizione dei mandati nello Stato di Ginevra. Il “poliziotto” dell’amministrazione ha constatato “numerose irregolarità”.

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16 dicembre 2024 – 13:13

(Keystone-ATS) La Corte dei conti ha così scoperto che le sovvenzioni venivano concesse mediante contratti di mandato. Una pratica che costituisce “una violazione delle disposizioni” della legge sui risarcimenti e sugli aiuti finanziari (LIAF). Sono stati registrati una quindicina di casi di questo tipo.

Tuttavia non è stata scoperta alcuna traccia di corruzione, ha sottolineato ai media il coautore del rapporto François Paychère. Il magistrato non ha escluso che talvolta ci sia stata la volontà di liberarsi dalle regole o che alcuni abbiano agito per ignoranza delle stesse.

Il mandato è una forma giuridica meno rigida dei sussidi, ha spiegato dal canto suo la collega Isabelle Terrier. I sussidi sono più regolamentati e compaiono, ad esempio, nel bilancio.

Bisogni scarsamente identificati

Altra osservazione dei gip è che “non sempre è possibile comprendere a posteriori le ragioni che spingono lo Stato ad avvalersi di terzi e come la spesa serva al raggiungimento di obiettivi di politica pubblica”.

Lo Stato ha effettuato, ad esempio, una gara d’appalto pubblica per trovare un agente in grado di eseguire una futura gara d’appalto per conto di un ufficio. Viene inoltre retribuita una persona indipendente per presiedere una delegazione e rappresentarne gli interessi in un consiglio di amministrazione.

La Corte dei conti ha inoltre rilevato che lo Stato ha concesso mandati allo sportello quando questi avrebbero dovuto essere soggetti alla normativa sugli appalti pubblici.

Un ufficio ha così conferito tre mandati con obiettivi simili a due società gestite dalla stessa persona. Per la Corte dei conti i tre mandati avrebbero dovuto essere considerati come uno stesso contratto. La divisione ha permesso di evitare di dover passare attraverso una procedura aperta a tutti i fornitori.

Blocco al Consiglio di Stato

La Corte dei Conti raccomanda misure “semplici” che migliorerebbero il processo e colmerebbero le lacune individuate, ma lamenta di non aver avuto l’attenzione auspicata da parte del Consiglio di Stato. Delle 10 raccomandazioni, 7 sono state rifiutate senza spiegazione, lamenta il sig. Paychère.

Il magistrato non riesce a spiegare questo atteggiamento, questo “disinteresse” dell’esecutivo. “Offriamo cose basilari, che non sono niente di rivoluzionario”, ha sottolineato il signor Paychère. La Corte dei conti raccomanda, ad esempio, allo Stato di chiarire la nozione di mercato e la sua delimitazione.

In un comunicato stampa pubblicato lunedì, il Consiglio di Stato di Ginevra ha criticato l’“approccio deliberatamente orientato” del rapporto. L’indagine ha riguardato un campione di 84 ordini e 26 fornitori, su un totale di 36.000 ordini annui. L’esecutivo ha inoltre osservato “che non è stata rilevata alcuna frode o danno finanziario”.

La Corte dei conti si è occupata della questione dei mandati allo Stato di Ginevra su richiesta della commissione delle finanze del Gran Consiglio che stava indagando sul caso Fabienne Fischer. L’ex consigliere di Stato era sospettato di aver conferito mandati ad associazioni vicine al suo compagno.

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