François Bayrou ha iniziato lunedì a consultare le forze politiche contestualmente alla formazione del suo governo, alla ricerca di una strada che gli permettesse di approvare, senza maggioranza, un bilancio, dopo che quello precedente era stato congelato dalla censura.
Il nuovo Primo Ministro riceve in quest’Aula i gruppi parlamentari dell’Assemblea nazionale “nel loro ordine di importanza”. Spetta a loro decidere la composizione della loro delegazione, con o senza leader del partito.
La presidente del gruppo dei deputati del Raggruppamento Nazionale, Marine Le Pen, e quella del partito Jordan Bardella sono arrivate alle 9, ora locale, all’hotel Matignon. Domenica il leader frontista aveva criticato una “spregevole coalizione di opposti” ma non censurerà “a priori”. I due leader di estrema destra hanno deplorato di non essere stati ricevuti in tempo dall’ex primo ministro Michel Barnier.
François Bayrou, che ha voluto chiamare personalmente ogni capogruppo, parlerà poi con Gabriel Attal, leader dell’Ensemble pour la République (EPR) e presidente del partito Rinascimentale, che ha lasciato il segno con il suo sostegno.
Seguiranno i capigruppo socialisti, Boris Vallaud per l’Assemblea e Patrick Kanner per il Senato, con il primo segretario del PS Olivier Faure, che non intendono entrare nel governo, ma si sono mostrati pronti a discutere su diversi temi, come come “conferenza sociale” sulle pensioni o sulla tassazione dei redditi alti, tutte proposte sostenute da MoDem, il partito di François Bayrou.
Il leader dei deputati della destra repubblicana (DR) Laurent Wauquiez verrà da solo. Il suo partito LR condiziona la partecipazione della destra al governo al “progetto” che François Bayrou presenterà loro.
La France insoumise, che ha già promesso la censura, ha rifiutato lunedì di incontrare François Bayrou in questo contesto, per “paura”, secondo Jean-Luc Mélenchon, “che fosse di nuovo tutta una commedia”.
Formare una squadra affiatata dominata da “personalità” esperte
Parallelamente a queste consultazioni, che proseguiranno martedì, François Bayrou sta affinando la sua squadra, che vuole più compatta e dominata da “personalità” esperte, lasciando Mayotte colpita da un uragano mortale nelle mani di Emmanuel Macron.
François Bayrou, che domenica sera ha incontrato nuovamente Emmanuel Macron, si è definito domenica “un primo ministro di pieno esercizio e di complementarità” con il presidente che aveva esitato fino all’ultimo a nominarlo.
François Bayrou non intende però litigare per le posizioni statali, che secondo una fonte governativa rientrano nel cosiddetto dominio “riservato”. Il MoDem detiene attualmente il Ministero degli Affari Esteri, con Jean-Noël Barrot. Resta da vedere se Sébastien Lecornu, sostenitore di Emmanuel Macron che il capo dello Stato ha esitato a nominare a Matignon, vorrà ritornare al suo posto.
François Bayrou ha ricevuto il 13 dicembre il ministro degli Interni uscente Bruno Retailleau (LR), al quale ha affidato la gestione della crisi a Mayotte, colpita da un ciclone mortale, come garanzia della continuazione della sua missione al governo. Ma il mantenimento di questo ministro controverso divide. I socialisti hanno prima contestato il suo progetto per una nuova legge sull’immigrazione. Il presidente del Senato Gérard Larcher (LR) ha chiesto la riconferma del suo collega di partito.
Portare la nuova legge finanziaria per il 2025
Il tempo stringe per la formazione del governo, perché sarà lui a portare avanti la nuova legge finanziaria per il 2025, interrotta dalla censura. E questo, mentre il deficit peggiora e le agenzie di rating sono accigliate.
Il nuovo primo ministro ha ricevuto domenica il ministro uscente del Bilancio Laurent Saint-Martin, prima dell’esame di lunedì da parte dei deputati del progetto di legge speciale che consentirà la continuità dello Stato, in assenza di un bilancio adottato in tempo.
Sabato ha incontrato anche il governatore della Banca di Francia, François Villeroy de Galhau, e il presidente della Corte dei conti, Pierre Moscovici. Tanti i profili possibili per Bercy, come quello di Roland Lescure.