Il pontefice argentino ha invitato le banche a concedere più credito alle persone “in difficoltà” e ha rinnovato l’appello ai paesi ricchi a cancellare il debito.
Papa Francesco, 15 dicembre 2024, in Corsica (AFP/TIZIANA FABI)
Delocalizzazioni, movimento di risorse, speculazioni: papa Francesco ha criticato lunedì davanti ai rappresentanti delle banche italiane gli eccessi di una finanza che “calpesta le persone”, rinnovando i suoi appelli per la cancellazione del debito.
“Quando la finanza calpesta le persone, fomenta le disuguaglianze e allontana dalla vita locale,
tradisce la sua ragion d’essere. Diventa un’economia incivile”,
si è rammaricato il Papa durante un discorso in Vaticano davanti alle delegazioni di tre istituti bancari italiani.
Investimenti che “incoraggiano le guerre”
Anche Francesco, che difende regolarmente un accesso più equo alla ricchezza, ha attaccato
“le multinazionali che muovono le loro attività
verso luoghi dove è più facile sfruttare il lavoro, mettendo in difficoltà famiglie e comunità”.
“La sana finanza non degenera in atteggiamenti usurari, pura speculazione e investimenti che danneggiano l’ambiente e incoraggiano le guerre”, ha aggiunto il gesuita argentino, che martedì compirà 88 anni.
Instancabile uccisore degli eccessi del capitalismo, Jorge Bergoglio ha invitato le banche a concedere più credito alle persone “in difficoltà” e ha rinnovato il suo appello ai paesi ricchi a cancellare il debito in occasione dell’anno giubilare del 2025.
Papa Francesco, testimone in particolare della crisi economica argentina e dello sfruttamento dei più poveri trattati come “rifiuti”, denuncia regolarmente un’economia finanziaria virtuale che distrugge posti di lavoro. Al punto da essere accusato di idee marxiste, cosa che confuta. Nel 2018, il Vaticano ha pubblicato un testo che analizza e critica con precisione un sistema finanziario globale ritenuto generalmente amorale, dai derivati ai mutui subprime e all’economia offshore.