L’intelligenza artificiale può migliorare la vita quotidiana dei medici? Numerosi studi dimostrano che sì. Di fronte a un sovraccarico di lavoro, cosa sperano patologi e oncologi dall’IA? Owkin, un unicorno franco-americano specializzato in biotecnologia, risponde a queste domande, tra le altre, nel rapporto “Stato della nazione: opportunità e sfide per la patologia digitale e le soluzioni di intelligenza artificiale”.
Owkin ha condotto questo studio in collaborazione con Censuswide tra 312 patologi e oncologi nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Francia nel luglio 2024. Poiché la pressione sui sistemi sanitari continua ad aumentare, si evidenziano le sfide affrontate da questi medici: aumento del carico di lavoro, complessità delle diagnosi e burnout professionale. Evidenzia inoltre il potenziale dell’intelligenza artificiale nel campo della salute: semplificazione dei flussi di lavoro, miglioramento della cura dei pazienti, aiuto nella diagnosi, trattamento personalizzato adattato a ciascun paziente, ecc.
Meriem Sefta, Direttore della diagnostica presso Owkin, spiega:
“Quando i medici sono oberati di lavoro, ciò può portare a diagnosi errate, ritardi nelle segnalazioni e a una riduzione complessiva della qualità delle cure. Ciò può quindi avere un impatto negativo sui risultati dei pazienti. La patologia digitalizzata e l’intelligenza artificiale sono destinate a fare davvero la differenza in questo contesto, alleggerendo il carico sui patologi e garantendo che la cura del paziente sia sempre la più efficiente possibile”.
Stress e burnout
Secondo Owkin, i risultati di questo rapporto evidenziano l’urgenza di agire per affrontare le crescenti sfide che i patologi devono affrontare. Rivela infatti una realtà preoccupante: patologi e oncologi si trovano ad affrontare un carico di lavoro crescente, stress e burnout professionale, che possono compromettere la qualità delle cure.
Sono :
- Il 55% riferisce di aver sperimentato uno stress elevato o un esaurimento;
- Il 52% cita il pesante carico di lavoro come un onere significativo;
- Il 40% valuta la propria salute mentale come media o scarsa a causa del lavoro.
L’aumento dell’incidenza del cancro e la crescente complessità diagnostica stanno esacerbando queste pressioni, poiché molti patologi si avvicinano alla pensione e sempre meno entrano nel mondo del lavoro.
A soffrirne è anche la salute dei pazienti:
- Il 35% degli intervistati afferma che gli oneri che devono affrontare interferiscono con la cura dei pazienti;
- Quasi il 40% afferma di non riuscire a ottenere risultati patologici abbastanza rapidamente e di non poter vedere o aiutare tutti i pazienti che vorrebbe.
AI e patologia digitale: un’alleanza promettente
Secondo i risultati dello studio, il 77% dei medici vede l’IA come un modo per ridurre i tempi di attesa per i test e alleviare i problemi di personale, il 74% di loro ritiene che possa accelerare la diagnostica oncologica. Cresce, inoltre, la fiducia negli strumenti di IA: l’82% dei patologi li percepisce positivamente.
L’intelligenza artificiale è in grado di automatizzare attività ripetitive, dare priorità ai casi urgenti e fornire analisi predittive. Ciò potrebbe migliorare non solo i flussi di lavoro, ma anche i risultati dei pazienti. Tuttavia, i professionisti sottolineano un punto cruciale: l’intelligenza artificiale deve integrare, non sostituire, le loro competenze.
Sfide di implementazione
Nonostante questa prospettiva ottimistica, l’adozione dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie digitali è ostacolata da diversi ostacoli: la mancanza di risorse e infrastrutture (43%), costi elevati (23%) e finanziamenti insufficienti (23%) rallentano la transizione.
Per una transizione di successo
Il rapporto identifica le strade per supportare questa trasformazione: la standardizzazione dei protocolli di imaging e dei flussi di lavoro per l’interoperabilità, l’accesso ampliato tramite soluzioni cloud e la formazione dei professionisti sulle capacità dell’intelligenza artificiale sono essenziali. Ma al di là degli aspetti tecnici, è necessario un cambiamento culturale: occorre supportare i professionisti nell’accettazione di questi nuovi strumenti, in particolare con un cambiamento nelle modalità di rimborso. Anche la percezione dei pazienti, già favorevole secondo il 70% degli intervistati, potrebbe accelerare questa adozione.
Owkin ha ospitato un webinar il 9 dicembre per analizzare i risultati del sondaggio e fornire un aggiornamento sulla digitalizzazione e sull’integrazione delle soluzioni di intelligenza artificiale nei flussi di lavoro dei patologi. Se sei interessato, puoi trovarlo qui.