I pensionati sono tra i vincitori della caduta del governo. Nel 2025, la loro pensione di base aumenterà del 2,2%, mentre il team di Michel Barnier ha voluto applicare diversi livelli di aumento, di valore inferiore. La decisione, annunciata martedì 10 dicembre da Bercy, è la logica conseguenza della mozione di censura adottata sei giorni prima dai deputati: aveva causato il rigetto del disegno di legge di finanziamento della Previdenza Sociale (PLFSS) che conteneva la rivalutazione scenari programmati dal potere in carica, dopo dure trattative con i parlamentari. Questo arbitrato finale comporta spese aggiuntive, in un settore in cui l'esecutivo inizialmente sperava di risparmiare, e mette fine a una polemica che ha indebolito il primo ministro, che ora si è dimesso.
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Nella prima versione del PLFSS, presentata in ottobre, il governo aveva previsto un aumento (pari all’inflazione) che si sarebbe verificato il 1°È Luglio 2025, invece del 1 luglioÈ Gennaio. Un cambio di calendario sinonimo di congelamento per un semestre, che avrebbe consentito di limitare la fattura di circa 3,6 miliardi di euro. Dopo che la scelta ha scatenato una valanga di critiche da parte di tutte le forze politiche, è stato sviluppato un altro sistema, con l'obiettivo di preservare il potere d'acquisto dei più modesti. Si trattava di aumentare in due fasi le pensioni inferiori o uguali a 1.500 euro lordi al mese, in modo che aumentino nel 2025 dell'1,6%, cioè la percentuale corrispondente all'evoluzione dei prezzi prevista a fine aprile 2025 per le pensioni superiori a 1.500 euro , sono stati fissati aumenti oscillanti tra +0,8% e +1,4% per l'anno 2025.
Nonostante gli ammorbidimenti apportati al testo, le opposizioni hanno continuato a denunciarlo, al punto da vederlo come un argomento – insieme ad altri – per votare la mozione di censura il 4 dicembre. Gettato dunque nel dimenticatoio il PLFSS, a determinare la rivalutazione valgono le “solite” regole, sancite dal codice della Previdenza Sociale: il quantum viene deciso sulla base dell’inflazione osservata a fine ottobre – quindi + 2,2% (sulla base dell'evoluzione della media annua dei prezzi al consumo, esclusi i tabacchi, calcolata negli ultimi dodici mesi).
“È virtuoso per la nostra economia”
“È una buona cosa”reagisce Yvan Ricordeau, numero due del CFDT. “È una sconfitta per il governo e una prima vittoria per i pensionati”continua Denis Gravouil. Il segretario confederale della CGT ritiene tuttavia che si debba andare oltre per i beneficiari di piccole pensioni, colpiti duramente, secondo lui, dall'aumento dei prezzi di alcuni prodotti e servizi (come la mutua). Il suo omologo della Force Ouvrière, Michel Beaugas, sottolinea che l'aumento mantenuto permette di sostenere la domanda delle famiglie: “È un bene per la nostra economia, perché la crescita in Francia è guidata dai consumi”sostiene rispondendo a tutti coloro che ritengono che si debbano chiedere sforzi ai pensionati, affinché contribuiscano al risanamento dei conti del Paese.
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