Dal 9 novembre, il Ministero dell’Agricoltura ha classificato la Francia ad alto rischio di influenza aviaria. Una decisione che deriva dalla recente comparsa del virus negli allevamenti francesi e che comporta il confinamento obbligatorio del pollame. L’allevamento all’aperto diventa ancora una volta il capro espiatorio
deplora la Confédération paysanne des Deux-Sèvres, in un comunicato stampa pubblicato mercoledì 4 dicembre 2024.
Le conseguenze sono gravi per questi allevamenti estensivi autosufficienti per i quali la logica sanitaria si basa su basse densità, piccole quantità di pollame e aria aperta. Questi allevamenti, anche se poco colpiti dall’aviaria, sono in pericolo a causa delle norme per la gestione della malattia. Questa legge si applica ogni inverno anche se non si basa su alcuno studio scientifico preliminare.
stima l’unione agricola.
Un esperimento fonte di speranza
Lo dicono i suoi membri riporre tutte le nostre speranze nella sperimentazione che è in corso nei piccoli allevamenti all’aperto nella speranza di poter eventualmente (maggio 2025) modificare la normativa. Si spera che questo studio, richiesto dagli allevatori e concesso dal Ministero dell’Agricoltura, sia sufficientemente imparziale per misurare i benefici dell’aria aperta.
Per dieci anni, notiamo che l’obbligo di confinamento non risolve il problema dell’influenza aviaria che si verifica quasi sempre negli allevamenti dove i volatili sono già confinati. Il modello di produzione industriale, avendo pratiche molto diverse dalle piccole aziende agricole all’aperto, non può essere soggetto alle stesse regole.
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