Par
Edoardo Kerfrieden
Pubblicato il
4 dicembre 2024 alle 12:03
; aggiornato il 4 dicembre 2024 alle 12:05
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A Bourbriac, vicino a Guingamp (Côtes-d'Armor), questo mercoledì mattina, 4 dicembre 2024, una ventina di persone, divise in due gruppi, hanno perquisito i boschi, i campi e gli edifici abbandonati attorno al collegio Jules-Ferry. Cercavano Morgane Rivoal, una ragazza di 13 anni, scomparsa da lunedì 25 novembre a Pabu.
Queste perquisizioni, che non hanno dato risultati, sono state organizzate senza l'appoggio dei gendarmi. Si basavano su indicazioni fornite da chiaroveggenti, uno dei quali risiedeva in Guadalupa.
Quest'ultimo ha pubblicato un video sulla rete Tik Tok, affermando di aver “avvertito la presenza di Morgane in un bosco, vicino al college Jules Ferry. »
Un'iniziativa un po' fantasiosa, che ha fatto arrabbiare diversi partecipanti, come Christophe, residente a Saint-Gilles-Pligeaux, venuto, in buona fede, per aiutare nella ricerca.
“Io, se non ci sono i gendarmi, torno a casa e non partecipo alla caccia”, ha dichiarato, disgustato e deluso nello scoprire la natura di questo raduno.
“Come padre, voglio aiutare la famiglia di Morgane. Ero già presente alla caccia al Pabu, e ho trovato bellissima questa mobilitazione. Ma questa è una totale spazzatura. »
La famiglia di Morgane nel mirino delle voci
Christophe sottolinea anche l'impatto delle false informazioni diffuse sui social network. “Al posto dei genitori, di fronte a tutte queste fake news, non avrei mantenuto la calma. Dobbiamo smetterla di dire stronzate! »
Questo padre deplora il disordine provocato da queste iniziative fuori quadro: “La polizia fa un ottimo lavoro, non dobbiamo aggirarla. Mobilitare giornalisti o polizia su questo genere di cose è una perdita di tempo. Hanno di meglio da fare altrove. »
Christophe conclude: “Quando vado al lavoro o esco, presto attenzione a chi mi circonda. Ma non partecipo a percosse senza il controllo della polizia. »
“Ci fanno male, tutte queste voci”, si è lamentata la madre di Morgane
La gendarmeria e la famiglia di Morgane invitano alla vigilanza di fronte alla diffusione di voci online.
Queste informazioni non verificate interrompono la ricerca e complicano le indagini.
Aurore Rivoal, la madre di Morgane, aveva già denunciato questi comportamenti al termine della rissa ufficiale organizzata venerdì 29 novembre: “Ci fanno male, tutte queste voci. I social network sono stati proprio l’oggetto della nostra discussione con Morgane. Oggi su queste reti alcuni ci dicono che abbiamo ritrovato nostra figlia, questo è falso. Su queste stesse reti diciamo anche che siamo stati violenti con nostra figlia, non è vero», si è rammaricata davanti alle telecamere.
Rimanere mobilitati, ma all’interno del quadro ufficiale
Le autorità sottolineano che sono attendibili solo le richieste di testimoni e le perquisizioni supervisionate dalla gendarmeria.
Se avete informazioni su Morgane Rivoal, contattate la gendarmeria alle 17.
Qualsiasi altro approccio deve essere coordinato per evitare iniziative inefficaci o dannose.
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