Rilasciato il sospettato del caso della capsula suicida Sarco

Rilasciato il sospettato del caso della capsula suicida Sarco
Rilasciato il sospettato del caso della capsula suicida Sarco
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Un sospettato è stato rilasciato lunedì dopo essere stato posto in custodia cautelare in relazione all’utilizzo della capsula di aiuto al suicidio denominata Sarco lo scorso settembre nella foresta di Sciaffusa. È il co-presidente dell’organizzazione The Last Resort.

Quest’ultimo aveva messo a disposizione la capsula Sarco (per sarcofago) in cui è stato ritrovato il corpo di una donna americana di 64 anni che aveva deciso di togliersi la vita. L’uomo rilasciato non è più sospettato di omicidio volontario, ha annunciato il pubblico ministero di Sciaffusa.

Resta tuttavia in corso, sulla base di forti sospetti, il procedimento penale avviato contro diverse persone per istigazione e aiuto al suicidio, precisa la Procura della Repubblica.

Il 24 settembre 2024: La capsula suicida Sarco è stata utilizzata per la prima volta in una baita nella foresta di Sciaffusa

Forte sospetto di omicidio volontario

La vicenda ha fatto notizia in Svizzera e oltre due mesi fa. Dai primi risultati dell’indagine emergeva il forte sospetto di omicidio premeditato, il che giustificava la durata della carcerazione preventiva.

Oggi però, anche se non sono ancora disponibili i risultati dell’autopsia, secondo la Procura questa ipotesi può essere esclusa.

I funzionari di The Last Resort hanno negato le accuse contro di loro. Quattro persone sono state arrestate. Erano il copresidente di The Last Resort, due avvocati e un fotografo olandese, gli ultimi tre non furono ingaggiati a lungo.

I protagonisti: Suicidio assistito a Sciaffusa: i divertenti libertari dietro la capsula Sarco

Come funziona la capsula

Per utilizzare la capsula Sarco, la persona che desidera morire preme un pulsante. Viene quindi rilasciata una grande quantità di azoto che sostituisce l’ossigeno. La persona perde conoscenza dopo alcune boccate di azoto e muore dopo circa 5 minuti, secondo l’inventore della capsula che precisa di voler garantire una “morte più bella”.

La donna americana trovata morta due mesi fa in un bosco vicino a Merishausen (SH) soffriva da diversi anni di gravi problemi di salute a causa di una grave deficienza immunitaria.

Il ministro della Sanità Elisabeth Baume-Schneider ha dichiarato alla fine di settembre che la capsula per il suicidio assistito non era conforme alla legge.

Un’opinione in Svizzera: Jean-Jacques Bise, copresidente di Exit: “Nessuna delle associazioni di suicidio assistito in Svizzera utilizzerà la capsula Sarco”

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