Deputati e senatori si sono accordati, mercoledì 27 novembre, sull'ultima versione del disegno di legge sul finanziamento della previdenza sociale (PLFSS). Questo testo decisivo, frutto di un comitato paritetico misto (CMP) che riunisce sette funzionari eletti di entrambe le camere, sarà discusso lunedì nell'Assemblea nazionale.
Ma questo passaggio cruciale potrebbe essere spazzato via in fretta per Michel Barnier, quasi condannato a utilizzare la sua prima 49.3 per far adottare il progetto. Questa prospettiva costringerebbe il governo ad affrontare una mozione di censura in risposta entro la settimana. Ecco intanto come questa versione finale si differenzia dal progetto di bilancio della Previdenza Sociale discusso in precedenza.
Le pensioni sono aumentate in modo significativo, ma non indicizzate all’inflazione
Nella versione iniziale del disegno di legge finanziaria sulla previdenza sociale, il governo prevedeva di rinviare di sei mesi, al 1° luglio 2025, la rivalutazione dell'1,8% delle pensioni di base, cifra modellata sull'inflazione stimata nel 2024 Dopo aver proposto, attraverso il Ministro del Bilancio e dei Conti Pubblici, Laurent Saint-Martin, che tutte le pensioni vengano rivalutate il 1° gennaio. “fino allo 0,9%” (vale a dire la metà dell’inflazione) prima di un recupero il 1° luglio solo per le pensioni inferiori al salario minimo, il CMP ha convalidato un compromesso che abbassa significativamente questo tasso.
L'emendamento adottato prevede una rivalutazione dello 0,8% a partire dal 1° gennaio, al lordo di un supplemento che consente una rivalutazione complessiva dell'1,6% a luglio per i pensionati le cui pensioni complessive (di base e complementari) non superano i 1.500 euro lordi.
Un'altra battuta d'arresto del governo rispetto al testo iniziale: lo scaglionamento su tre-quattro anni dell'aumento dei contributi al Fondo nazionale di previdenza degli agenti degli enti locali, richiesto dal Senato.
Si è ridotto significativamente il contributo delle imprese
Deputati e senatori hanno trovato un compromesso sulla questione molto delicata della riduzione delle esenzioni a carico dei datori di lavoro, che attualmente costano allo Stato quasi 80 miliardi di euro. Se inizialmente il governo aveva proposto alle imprese di contribuire con 4 miliardi di euro, il nuovo testo chiede infine loro uno sforzo di 1,6 miliardi, attraverso una riduzione degli sgravi tariffari di cui beneficiano.
Il progetto assoggetta inoltre gli apprendisti a due contributi sociali (Csg e CRDS), e prevede di aumentare la tassazione delle “azioni gratuite” distribuite dai datori di lavoro ai propri dipendenti o dirigenti, per un ritorno previsto di circa 500 milioni di euro.
Abbandonate le sette ore di lavoro non retribuito
Molto dibattuta al Senato, è stata cancellata dal testo finale una misura volta a far lavorare gratuitamente i lavoratori per sette ore in più all'anno per finanziare il settore invalidità e vecchiaia.
Nuove tasse sulle bibite, non sui tabacchi
Sia l'Assemblea Nazionale che il Senato avevano discusso a lungo i provvedimenti di “tassazione comportamentale”in particolare attorno al rafforzamento della “soda tax”. Lo mantiene la versione votata dai senatori: costerà 4 centesimi al litro per le bevande meno dolci, e fino a 35 centesimi al litro per quelle più dolci. Il parallelo aumento di un'imposta sul “bevande zuccherate”votato contro il parere del governo, è stato comunque rinviato al 2026.
Nel testo figura anche un aumento delle tasse su lotterie, casinò e altre scommesse sportive.
I parlamentari della commissione paritetica hanno però invertito la rotta su due misure votate al Senato: l'accelerazione dell'aumento del prezzo di un pacchetto di sigarette nonché una tassa sulle “pouches”, queste bustine di nicotina in gomma o in palline da mettere in bocca.