Primo turno delle elezioni legislative in Francia | Il trionfo solitario

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Durante il primo turno delle storiche elezioni legislative, più elettori francesi che mai hanno sostenuto l’estrema destra. Dietro questo successo elettorale c’è l’astro nascente del Rassemblement Nazionale, Giordano Bardella. A Parigi, il nostro giornalista ha assistito al suo discorso di vittoria, pronunciato in silenzio.



Aggiornato alle 00:01



(Parigi) Ma dov’erano i sostenitori del Raggruppamento Nazionale domenica sera quando il loro partito è risultato nettamente in testa al primo turno delle elezioni legislative che potrebbero cambiare il volto della politica francese?

Una cosa è certa, non erano al Pavillon Wagram, a due passi dall’Arco di Trionfo, dove Jordan Bardella, il giovane presidente dell’organizzazione politica di estrema destra, aveva invitato i media. Solo i media.

FOTO FRANCOIS LO PRESTI, AGENCE FRANCE-PRESSE

I sostenitori del Raduno Nazionale sventolano le bandiere francesi durante la serata organizzata da Marine Le Pen.

E proprio in mezzo alla folla giornalisti provenienti dai quattro angoli del mondo sono accorsi per vedere la star politica del momento, il giovane francese di 28 anni che si è unito alle file del partito di estrema destra all’età di 17 anni e da allora salito di grado, sotto la protezione di Marine Le Pen.

FOTO JULIEN DE ROSA, AGENCE FRANCE-PRESSE

Jordan Bardella, presidente del Raggruppamento Nazionale, ha tenuto un discorso dopo che il suo partito ha vinto il primo turno delle elezioni legislative.

Jordan Bardella è sotto i riflettori dell’intero pianeta da quando la lista elettorale della RN, che porta il suo nome, ha fatto una svolta storica durante le elezioni europee del 9 giugno, spingendo Emmanuel Macron a sciogliere l’Assemblea nazionale e innescare elezioni anticipate per “chiarire “la situazione politica del paese. Dopo il voto di domenica è ormai chiaro che il risultato europeo non è stato un’anomalia.

Risultati non pubblicati

I francesi sono andati a votare in numeri record: si è recato alle urne ben il 65% degli iscritti, molto più che nel 2022 (47,5%). Gli elettori hanno dato quasi il 33% dei loro voti al Raggruppamento Nazionale, che ha preceduto la nuova coalizione di sinistra con il 28,5% dei voti e molto di più del campo centrista di Emmanuel Macron – il grande perdente – che si è dovuto accontentare di 22%.

Al momento della stesura di queste righe, 37 candidati del RN sono riusciti a superare la soglia del 50% nella loro circoscrizione elettorale per essere eletti al primo turno, consentendo loro di essere eletti senza alcun dubbio. Una cosa inaudita per un partito che contava 89 seggi nel Parlamento uscente e che ora spera di controllare la maggioranza dopo il secondo turno, previsto per il 7 luglio.

Le gare non decise domenica metteranno poi a confronto i due candidati che avranno ottenuto i migliori punteggi ed eventualmente tutti quelli che avranno ottenuto almeno il 12,5% dei voti. Si prevede un numero record di gare a tre, che si preannunciano altamente imprevedibili.

Il primo ministro Gabriel Attal ha invitato gli elettori a “impedire che il Raduno Nazionale ottenga la maggioranza assoluta”. “L’estrema destra è alle porte del potere”, ha detto, aggiungendo che “non una sola voce [devait] andare al Raduno Nazionale”.

FOTO LUDOVIC MARIN, AGENCE FRANCE-PRESSE

Il primo ministro Gabriel Attal

Il presidente Emmanuel Macron ha fatto eco, in una dichiarazione scritta, alle parole del suo primo ministro: “Di fronte al Raduno Nazionale, è giunto il momento di un grande raduno, chiaramente democratico e repubblicano, per il secondo turno. »

Secondo lui, questo incontro dovrebbe escludere i candidati di La France insoumise (LFI). Tuttavia, alcune voci macroniste si sono levate per “bloccare l’estrema destra”, anche, se necessario, votando per un candidato della LFI.

A sinistra, la richiesta di blocco contro la RN è un consenso, tanto che il leader della LFI, Jean-Luc Mélenchon, ha annunciato il ritiro dei suoi candidati arrivati ​​terzi quando la RN era in testa

Il partito conservatore di destra Les Républicains (LR), che ha ottenuto circa il 10% dei voti, ha rifiutato di invitare i suoi elettori a votare contro la RN domenica prossima.

Uomo solo

Domenica sera era molto atteso il discorso di Giordano Bardella, che può aspirare alla carica di primo ministro. Un forte sistema di sicurezza è stato dispiegato attorno al luogo del discorso, accampato nel mezzo di uno dei quartieri più ricchi di Parigi.

Alle 20:31, con meno di un minuto di ritardo sulla tabella di marcia, Jordan Bardella è uscito dal dietro le quinte del Wagram Pavilion per salire sul palco. In abito blu abbinato alla bandiera francese, sua unica compagna di scena, il giovane leader ha tenuto un discorso di cinque minuti e se n’è andato con la stessa rapidità con cui era arrivato.

Senza rispondere ad alcuna domanda. Senza stringere la mano. Senza incrociare lo sguardo con le decine di giornalisti che si accalcavano davanti a lui.

E poiché era circondato dai giornalisti, se ne andò senza ricevere il minimo applauso. Le troupe televisive invece si sono affrettate a rendere in diretta i loro interventi.

Tutto contrastava con l’oggetto del suo discorso, in cui Giordano Bardella si presentava come leader locale. “Domenica prossima, se gli elettori ci concederanno la maggioranza assoluta per risanare il Paese, intendo essere il primo ministro di tutti i francesi, ascoltando tutti e ciascuno”, ha detto.

È giunto il momento di mettere alla guida del Paese leader che ti capiscono, ti considerano e ti amano tanto quanto amano la Francia.

Giordano Bardella, durante il suo intervento

Il suo mentore, Marine Le Pen, ha trascorso la serata nel suo collegio elettorale a Hénin-Beaumont, con i suoi ammiratori.

FOTO THIBAULT CAMUS, STAMPA ASSOCIATA

Marine Le Pen

Eletta facilmente al primo turno, ha invitato gli elettori a concedere “la maggioranza assoluta” al suo partito. Ha dichiarato che la Marina Militare potrà così lavorare al “rilancio” della Francia.

Lacrime e appello alla mobilitazione

A sinistra è tempo di comizi. Leader del movimento della sinistra radicale La France insoumise, Jean-Luc Mélenchon ha tenuto un discorso circondato da politici e attivisti della sua organizzazione, prima di incontrare migliaia di persone riunite in Place de la République.

FOTO ARNAUD FINISTRE, AGENCE FRANCE-PRESSE

Jean-Luc Mélenchon, leader di La France insoumise, durante un discorso tenuto dopo l’annuncio dei risultati preliminari

Il Paese approfondirà le sue peggiori divisioni – disuguaglianza sociale e divisioni etniche – o si unirà per il bene comune?

Jean-Luc Mélenchon, leader di La France insoumise

L’ex trotskista ha allo stesso tempo invitato gli elettori a sostenere in maniera massiccia il Nuovo Fronte Popolare (NFP) – l’ampia coalizione di sinistra che comprende ribelli, socialisti, comunisti ed ecologisti – al secondo turno. Essendo riuscita a superare profonde differenze, la sinistra ha leggermente migliorato il suo punteggio nel 2022, ma non sembra in grado di aumentare significativamente le sue truppe, secondo le proiezioni iniziali.

In Place de la République, sotto l’emblematica statua, l’emozione era palpabile dopo lo spartito senza precedenti della destra radicale. “Ho 26 anni e non posso assolutamente vivere in un paese governato dall’estrema destra”, ha detto tra le lacrime Rachel Gemimi, incontrata ai piedi della statua.

FOTO LAURA-JULIE PERREAULT, LA STAMPA

Rachel Gemimi è confortata dal suo amico Estevan Demercastel, in Place de la République, a Parigi.

“Non possiamo vivere in un paese di paura e odio, dove vomitiamo sulle conquiste sociali”, ha continuato, prima di asciugarsi il mascara che le colava sulle guance.

Dietro di lei cominciarono a risuonare canti militanti. “Parigi, alzati!” » “Noi siamo qui, non ti vogliamo, Bardella”, hanno scandito gli attivisti, esponendo bandiere antifasciste, stendardi comunisti e striscioni fatti a mano. Vedono Jordan Bardella come un pericolo esistenziale. Proprio come quest’ultimo vede nell’“estrema sinistra” il principale pericolo per la Francia.

La prossima settimana vedrà in Francia un confronto senza precedenti tra due universi politici paralleli. Tra due visioni del mondo.

Con l’Agence France-Presse e l’Associated Press

François Hollande chiede “dovere” contro la RN

FOTO PASCAL LACHENAUD, AGENCE FRANCE-PRESSE

François Hollande, ex presidente della Repubblica francese

L’ex presidente della Repubblica François Hollande ha compiuto domenica il primo passo verso il ritorno in politica, ritrovandosi in testa al primo turno delle elezioni legislative a Corrèze. Serissimo, però, ha invocato il “dovere imperativo” di battere il Rally Nazionale. Il tono sobrio, l’espressione cupa: quando l’ex capo dello Stato (2012-2017) ha parlato, non è stato per congratularsi con se stesso di aver preso il comando “ampiamente” al primo turno, il che gli fa intravedere un ritorno al potere. Assemblea nazionale. Dimenticati i sorrisi e i selfie della campagna elettorale nella sua roccaforte, perché nella notte della Corrèze ha dominato la preoccupazione. “Ci sono così tante ferite, così tanta rabbia, così tanta sofferenza qui a Corrèze come ovunque”, ha ammesso l’ex presidente socialista, 69 anni. ” Noi abbiamo […] il dovere imperativo di garantire che l’estrema destra non riesca ad avere la maggioranza nell’Assemblea nazionale”, ha tuonato.

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