Mercati in allerta prima del primo turno delle elezioni legislative

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La calma prima della tempesta? Alla vigilia del primo turno delle elezioni legislative, i mercati restano sulla difensiva. L’indice di punta del mercato parigino, il CAC 40, è in calo sulle borse europee che sono piuttosto in verde. Dall’annuncio dello scioglimento il 9 giugno, l’indice parigino ha perso il 7% mentre l’indice Stoxx Europe ha perso meno dell’1%.

La reazione del mercato si è quindi concentrata in ultima analisi sui titoli francesi e, più precisamente, sui settori ritenuti più sensibili al rischio domestico o sovrano, come le banche, i servizi collettivi o i consumi non discrezionali. Sul mercato dei tassi, il premio di rischio (differenza tra il tasso sovrano francese e il tasso sovrano tedesco) si è ampliato in modo significativo fino a circa 80 punti base, rispetto ai circa 50 punti base prima dello scioglimento.

Pagato poco

Questo « diffusione » Il franco-tedesco ha addirittura raggiunto il massimo dal 2012… pur rimanendo molto lontano da quello raggiunto al culmine della crisi dell’euro (200 punti base). “Non è costoso da pagare”, commenta un gestore obbligazionario che si aspettava peggio di fronte al caos politico al quale la Francia (e gli investitori in Francia) sono poco abituati. Secondo questo manager, “ Gli investitori stranieri hanno reagito tardi e sono stati gli investitori francesi a causare la volatilità”.

Da venti giorni broker, manager, strateghi ed economisti di mercato si misurano con scenari politici. Senza crederci davvero. Tuttavia, lo scenario che tiene banco è quello di una prossima assemblea nazionale senza maggioranza reale, né possibilità di coalizione, con l’impossibilità di votare il bilancio per il 2025. La Costituzione prevede in questo caso il rinvio, mese dopo mese, della il bilancio 2024 già votato, evitando così una situazione di “ fermare ” Stile americano.

Questo sarà ovviamente un punto di debolezza per la firma francese e non dovremmo aspettarci che il premio per il rischio ritorni al livello precedente allo scioglimento. L’unico punto positivo è che il costo del debito francese è aumentato solo di pochi punti e che gli emittenti “corporate” francesi continuano a collocare titoli sul mercato senza problemi.

Investitori stranieri, armi pronte

Gli investitori stranieri sono ancora nella “aspetta e vedi“. “Hanno chiaramente in mente l’esempio italiano”, indica un gestore obbligazionario. L’arrivo al potere della politica di estrema destra Giorgia Meloni aveva creato stress, rapidamente dissipato dall’attuazione di una politica economica ortodossa, incarnata da un ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, soprannominato Mario Draghi, ex presidente della BCE ed ex presidente del consiglio. Anche il Raggruppamento Nazionale (RN, estrema destra) in Francia cerca il suo “Mario Draghi”. E l’Italia è vista come una brava studentessa dell’Europa!

“L’influenza del quadro europeo sull’attuazione della politica economica è la migliore salvaguardia. Perché l’accesso alle risorse europee è condizionato alla corretta esecuzione dei programmi di investimento e al rispetto degli impegni europei”, ricorda Franck Dixmier, direttore della gestione obbligazionaria di Allianz GI. Ciò è tanto più vero in quanto la Francia dovrà avviare una procedura per disavanzo eccessivo a settembre. Coinvolgere la Francia in un confronto aperto con le autorità europee avrebbe però un forte impatto sull’immagine della Francia e sulla sua capacità di attrarre capitali, per non parlare di un aumento del costo di rifinanziamento dello Stato.

Approfitta delle opportunità

Sul credito, è la resilienza a dominare. “Non c’è panico o svendita. La mentalità degli investitori è piuttosto quella di trarre vantaggio da punti di ingresso più attraenti nel mercato del credito”osserva Vincent Marioni, direttore degli investimenti creditizi di Allianz GI.

Sul fronte azionario, il ritorno della volatilità fa sudare freddo anche ai manager. Ma senza panico. Molti cosiddetti fondi storici sono addirittura pronti a tornare alle azioni per trarre vantaggio dai recenti ribassi, in particolare su valori più internazionali, ma talvolta percepiti come “domestici”.

Il gruppo di servizi collettivi Veolia, che ha perso più del 10%, ricorda agli analisti la dimensione internazionale del gruppo. E anche le banche francesi più severamente sanzionate, come BNP Paribas o Société Générale, sono quelle che in definitiva sono le meno esposte al rischio sovrano francese, a differenza delle mutue o delle banche postali.

Ciò che potrebbe preoccupare maggiormente i mercati è il deterioramento degli indicatori anticipatori nella zona euro o un rallentamento negli Stati Uniti che si preannuncia più forte di quanto previsto dai mercati. Abbastanza per incoraggiare la BCE e la Federal Reserve a intraprendere la strada dei due tagli dei tassi quest’anno.

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