Scoperta di fossili marini risalenti a 515 milioni di anni fa nei depositi vulcanici di Souss

Scoperta di fossili marini risalenti a 515 milioni di anni fa nei depositi vulcanici di Souss
Scoperta di fossili marini risalenti a 515 milioni di anni fa nei depositi vulcanici di Souss
-

JavaScript è disabilitato! Perché vuoi farlo? Abilita JavaScript nel tuo browser web!


Secondo un comunicato stampa del team scientifico il cui lavoro è stato coordinato dal professor Abderrazak El Albani, docente-ricercatore presso l’Istituto di Chimica degli Ambienti e dei Materiali di Poitiers, questi artropodi fossili ritrovati pietrificati nella loro ultima postura sono i rappresentanti di un ecosistema vecchio 515 milioni di anni.

Aït Youb, Souss-Massa, Marocco

Scoperti nei livelli di cenere vulcanica di Aït Youb, una “Pompei” marina nella regione di Souss-Massa, “si tratta di fossili di tipo artropodi ritrovati pietrificati in 3D nella loro ultima postura. Sono rappresentanti di un ecosistema di 515 milioni di anni, un marina “Pompei”, scoperta in livelli di cenere vulcanica, ad Aït Youb, nella regione di Souss-Massa in Marocco. Quest’opera è coronata dalla copertina della rivista. Scienza“, spiega il professor Abderrazak El Albani in un’intervista al MAP.

“Si tratta della migliore conservazione di forme di vita fossile nella cenere vulcanica mai osservata fino ad oggi al mondo. Unica al mondo! Osserviamo tutti i dettagli, anche micrometrici, compreso il tratto digestivo, lo stomaco… Gli esemplari non sono né distorti né alterati. Si tratta di una fotografia 3D dell’epoca (515 milioni di anni) senza modifiche.

Confronto delle ricostruzioni delle due specie di trilobiti. (Arnaud Mazurier/Università di Poitiers) Crediti: Scienza.

Dimostra inoltre che “la tecnica diimmagini non distruttivela microtomografia a raggi X ad alta risoluzione (XRμCT), è un potente strumento per osservare in 3D oggetti fossilizzati in rocce molto dure, senza il rischio di alterarli, perché riempiendo digitalmente i vuoti lasciati dagli organismi, sono riusciti a creare calchi dei corpi scomparsi con un livello di dettaglio sorprendente.

Grazie a questa scoperta, ha aggiunto, “i depositi piroclastici dovrebbero diventare nuovi obiettivi di studio dato il loro eccezionale potenziale di intrappolare e preservare resti biologici, anche morbidi, senza generare un degrado generalmente all’origine dell’incompletezza degli esemplari o addirittura la loro distruzione. si aprono così finestre sul passato del nostro pianeta.

Ricostruzione trasparente che mostra la segmentazione dell’apparato digerente in blu, l’ipostoma in verde e il labbro in rosso. (Arnaud Mazurier/Università di Poitiers) Credito: Science.

Spiegando questa scoperta, il team di ricercatori specifica, nel comunicato stampa, che i vulcani situati ai confini delle placche tettoniche sono noti per le loro eruzioni esplosive e su larga scala, che possono generare diverse decine di km³ di materiale. Queste eruzioni possono intrappolare quasi istantaneamente la vita presente, preservando così sotto le loro ceneri le testimonianze di intere civiltà, come quelle di Santorini e del Vesuvio.

Affermano che con più di 22.000 specie scoperte nell’era Paleozoica (da -539 a -252 Ma), i trilobiti rappresentano senza dubbio gli invertebrati fossili più conosciuti. Sebbene il loro esoscheletro di calcite conferisca loro un elevato potenziale di fossilizzazione, il motivo della loro abbondanza nella documentazione fossile, delle loro appendici non mineralizzate e degli organi interni è noto solo attraverso un numero limitato di esemplari.

In Aït Youb, precisa la stessa fonte, “515 milioni di anni fa, durante un’eruzione vulcanica, gli organismi viventi presenti furono sepolti da nubi di fuoco. I tessuti biologici furono poi consumati dal calore intenso, lasciando nelle ceneri solidificate solo delle cavità: i muffe degli organismi.

Questo studio, aggiunge il comunicato, getta nuova luce sull’organizzazione anatomica dei trilobiti, in particolare sulla parte della testa. In particolare, si rivela per la prima volta in questa classe di artropodi fossili la presenza di a labbroun apparato boccale morbido che funge da labbro superiore negli attuali euartropodi, chiudendo così un dibattito che va avanti da più di un secolo.”

Considerata l’importanza mondiale del sito studiato, sarebbe essenziale e cruciale tutelarlo classificandolo patrimoine mondiale de l’Unescoconclude il comunicato stampa.

Hai in mente un progetto immobiliare? Yakeey e Médias24 ti aiutano a realizzarlo!

©Media24. Qualsiasi riproduzione vietata, in qualsiasi forma, senza l’autorizzazione scritta della Société des Nouveaux Médias. Questo contenuto è protetto dalla legge e in particolare dalla legge 88-13 relativa alla stampa e all’editoria, nonché dalle leggi 66.19 e 2-00 relative al diritto d’autore e ai diritti connessi.

-

PREV “Ritireremo la nostra candidatura”, dichiara Jean-Luc Mélenchon in caso di triangolare
NEXT François Hollande guida il primo turno delle elezioni legislative del 2024 a Corrèze