Accordo con l’Ue: il Consiglio federale apre al referendum

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Il Consiglio federale resta aperto al referendum sul pacchetto di accordi

Pubblicato oggi alle 18:31

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Il pacchetto di accordi in corso di negoziazione con l’Ue dovrà essere sottoposto a referendum, obbligatorio o facoltativo? Il Consiglio federale lascia per il momento la porta aperta, dopo aver preso atto di un parere giuridico. Ciò però favorisce il referendum facoltativo.

L’8 marzo il Consiglio federale ha incaricato il Dipartimento federale di giustizia e polizia di presentare un’analisi giuridica sulla questione del referendum (obbligatorio o facoltativo) al quale il pacchetto sarebbe stato sottoposto in caso di conclusione favorevole dei negoziati e approvazione dal Parlamento. Mercoledì ha ricevuto la panoramica della legge e l’analisi giuridica, ma non ha preso una decisione concreta al riguardo.

Lo farà nell’ambito del messaggio sul pacchetto negoziale. Proporrà quindi al Parlamento di sottoporre questo pacchetto a un referendum facoltativo, obbligatorio o obbligatorio in materia di trattati internazionali aventi carattere costituzionale (referendum sui generis), vale a dire che richiede una doppia maggioranza del popolo e dei Cantoni. .

Referendum facoltativo

Keystone-ATS ha ottenuto il parere legale, che non è stato pubblicato dal Consiglio federale. Il parere degli esperti di venti pagine conclude che, secondo l’attuale Costituzione, il pacchetto probabilmente non può essere sottoposto a referendum obbligatorio.

Si giunge inoltre alla conclusione che non esiste alcuna base costituzionale che consenta di sottoporre eccezionalmente il risultato dei negoziati con l’UE a un referendum obbligatorio sui generis.

A seconda dell’esito dei negoziati rimarrebbe quindi solo il referendum facoltativo, stima l’Ufficio federale di giustizia nel suo rapporto. Ciò significa che sarebbe necessaria solo la maggioranza dei cittadini e un voto “sì” sarebbe più facile da ottenere.

La perizia è una valutazione giuridica e non politica. L’UDC, che è fondamentalmente contraria ai negoziati con l’UE, si è già chiaramente posizionata a favore di una votazione a doppia maggioranza popolare e cantonale.

Avanzamento delle trattative

Dell’andamento dei negoziati è stato informato anche il Consiglio federale. Dal loro lancio presso la Commissione europea il 18 marzo si sono svolte più di 70 sessioni, che hanno coinvolto più di venti uffici federali nonché la Conferenza dei governi cantonali (CDC).

Sono stati compiuti progressi concreti in diversi settori. Tuttavia, in altri, come l’immigrazione e la tutela salariale, le posizioni delle delegazioni non sono ancora sufficientemente convergenti.

Allo stesso tempo in Svizzera proseguono i colloqui tra i dipartimenti interessati, i Cantoni, i partner sociali ed economici e i gruppi d’interesse su settori chiave. Il governo cita l’immigrazione, la tutela salariale, l’elettricità e i trasporti terrestri.

Per il momento si dice soddisfatto di questa collaborazione e dell’andamento dei lavori. In un comunicato stampa, il CDC è lieto di essere un partner affidabile e di vedere riconosciuto il suo ruolo.

Compiti dei dipartimenti

Il Consiglio federale ha inoltre avviato i lavori volti a recepire gli elementi del pacchetto nella legislazione svizzera. I dipartimenti competenti hanno identificato le leggi e le ordinanze da modificare nonché i settori in cui saranno necessarie misure di accompagnamento svizzere per mitigare i possibili effetti indesiderati di un accordo con l’UE.

I dipartimenti devono continuare a lavorare sulla politica estera e interna. Il Dipartimento federale delle finanze deve analizzare le conseguenze finanziarie del pacchetto e presentare un piano di finanziamento, in collaborazione con il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

Per garantire l’attuazione delle disposizioni relative agli aiuti di Stato contenute negli accordi sui trasporti aerei, terrestri ed elettrici, il Dipartimento federale dell’economia (DEFR) deve elaborare un progetto sul monitoraggio degli aiuti di Stato.

Da parte sua, il Dipartimento federale dei trasporti è responsabile dell’elaborazione di una direttiva sugli standard sociali (salari minimi) nel trasporto ferroviario internazionale di passeggeri e coinvolgerà le parti sociali nella sua elaborazione. Infine, il DEFR e il DFAE hanno il compito di valutare le conseguenze economiche degli accordi negoziati.

In autunno il Consiglio federale effettuerà un nuovo inventario.

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