L’ultimo rapporto parla di una ventina di morti in Daghestan, tra cui almeno quindici agenti di polizia, in seguito agli attacchi definiti terroristici avvenuti questa domenica, 23 giugno. Gli attacchi hanno preso di mira una stazione della polizia stradale, una sinagoga e una chiesa ortodossa, in una regione a maggioranza musulmana.
Gli eventi hanno avuto luogo in due città del Caucaso, la capitale della repubblica russa del Daghestan, Makhachkala, e la città costiera di Derbent. Sono morti un prete, agenti di polizia e diversi aggressori. Questi attacchi, ovviamente coordinati, non sono ancora stati rivendicati, ma le autorità russe li considerano atti terroristici.
Leggi anche:
Russia: uno speciale regime antiterrorismo è stato attivato in Daghestan dopo attacchi su larga scala, le autorità locali già accusano l’Ucraina
Leggi anche:
Russia: Diversi agenti di polizia e un sacerdote uccisi nell’attacco a una chiesa, una sinagoga e una stazione di polizia nella regione russa del Daghestan
Si è conclusa l’operazione antiterrorismo lanciata nella repubblica russa del Daghestan, nel Caucaso, dopo gli attacchi alle chiese ortodosse e ad una sinagoga che hanno causato diversi morti, ha detto lunedì il Comitato antiterrorismo russo (NAK).
“A causa della neutralizzazione delle minacce alla vita e alla salute dei cittadini, si è deciso di porre fine all’operazione antiterrorismo” in Daghestan dalle 05:15 GMT, ha riferito la commissione, citata dalle agenzie di stampa russe.
A Derbent gli attentati hanno preso di mira una sinagoga e una chiesa ortodossa. Il sacerdote che officiava lì per 40 anni venne ucciso. Dal 24 al 26 giugno in Daghestan sono stati dichiarati tre giorni di lutto.
