“Manga D’Terra”: il caotico itinerario di un capoverdiano verso Lisbona

Girato nel suo quartiere preferito alla periferia di Lisbona, Reboleira, “Manga D’Terra” è il 3^e lungometraggio del regista vodese Basil da Cunha. “Lo chiamo a ghetto musicale, ci ha raccontato durante il Festival di Locarno la scorsa estate, dove il suo lavoro ha gareggiato in un concorso internazionale. Il film incorpora la musica tradizionale capoverdiana, che si mescola con il rock e il funk”.

Quest’opera musicale, mescolando dramma, poesia, violenza, umorismo, sorellanza e omaggio alle donne del quartiere, segue il viaggio di una cantante capoverdiana che cerca di trovare il suo posto a Reboleira, con la musica come sbocco. “La musica racconta ciò che il film non potrebbe raccontare senza di essa, qualcosa di molto emozionante, che né le parole né le immagini possono raccontare”, sottolinea Basil da Cunha.

Girato subito dopo la pandemia, quasi senza soldi, con una squadra molto piccola e senza prove, il lungometraggio, composto da immagini magnifiche e alcuni piani sequenza mozzafiato, affascina con il suo universo unico. “Abbiamo quasi inventato le scene mentre le giravamo. È un film molto libero nella sua produzione. Significa molto per me documentare la vita di questo quartiere, destinato alla demolizione”.

Insegnante alla HEAD di Ginevra, l’uomo che divide la sua vita tra Portogallo e Svizzera e che si definisce un “workaholic” sta preparando contemporaneamente un film corale, un altro sui supereroi e una serie con gangster, sempre in Reboleira.

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