Martedì 12 novembre 2024 alle 11:32
Ginevra – “Il Sahara marocchino: terra di luce e di futuro”, l’ultimo lavoro del politologo franco-svizzero Jean-Marie Heydt, è stato presentato lunedì sera allo Swiss Press Club di Ginevra, alla presenza di numerose personalità svizzere e marocchine attori associativi provenienti dalla Svizzera e da altri paesi europei.
Nella prefazione al libro che sarà pubblicato giovedì, l’ex presidente del governo spagnolo, José Luis Rodríguez Zapatero, saluta “un’opera magnifica che presenta tutta la bellezza e la complessità del Sahara”, congratulandosi con l’autore per il “singolare interesse” del Sahara che offre al lettore, conducendo poi a una descrizione della ricchezza e della diversità della regione, delle sue molteplici possibilità economiche e sociali e del suo dinamismo spesso trascurato.
Ribadendo che la proposta marocchina di autonomia è “la base più seria, credibile e realistica, sempre sotto gli auspici delle Nazioni Unite, per trovare una soluzione reciprocamente accettabile” al conflitto attorno al Sahara marocchino, Zapatero sottolinea che questa regione è “pieno di possibilità e dobbiamo, come amici del Marocco, lavorare per la sua prosperità”.
L’opera di 352 pagine, splendidamente illustrata, offre un nuovo sguardo al Sahara e alle dinamiche di sviluppo in corso. L’autore si presenta come un “osservatore” delle politiche pubbliche che scopre la portata dei risultati raggiunti che contribuiscono a una vita migliore delle popolazioni locali.
Si inizia tracciando i punti di riferimento storici di quest’area geografica sin dalle sue origini millenarie, per poi tracciare un quadro della situazione attuale alla luce della regionalizzazione avanzata, sottolineando che il Sahara costituisce oggi una terra di crescita, inclusione sociale e solidarietà regionale.
Il libro evidenzia l’importanza delle infrastrutture stradali, aeroportuali e portuali realizzate, nonché il potenziale della regione in termini di energie rinnovabili e sviluppo dell’idrogeno verde.
Si concentra principalmente sull’impatto di alcuni progetti su larga scala come il porto atlantico di Dakhla, che dovrebbe svolgere un ruolo importante in particolare nel trasporto di elettricità verde, rendendo Dakhla un hub atlantico e leader di un’Africa prospera.
Nel corso del dibattito, moderato dalla presidente del Club svizzero della stampa, Isabelle Falconnier, l’autrice ha precisato che il lavoro, lungi dall’essere una ricerca accademica, è il frutto di affascinanti scambi e interazioni con gli abitanti del Sahara, offrendo di scoprire, in tutta modestia e indipendenza, questa “terra di luce e di futuro”.
Lo scambio con il pubblico ha permesso di far luce sugli sviluppi nelle province del sud che riflettono le dinamiche di sviluppo di tutto il Marocco.
“Nell’arco di 25 anni, il Regno ha compiuto un salto di sviluppo di 50 anni”, ha affermato, sottolineando che tenere conto degli interessi della popolazione è il filo conduttore che guida le politiche pubbliche attuate da Sua Maestà il Re Mohammed VI .
Altri relatori tra gli attori associativi presenti hanno arricchito il dibattito con prospettive e chiarimenti, in particolare sui legami etnici, culturali e spirituali da sempre esistiti tra gli abitanti del Sahara e le popolazioni del resto del Marocco.
“La diversità è un fattore che ci unisce più che che ci differenzia”, ha insistito, a questo proposito, la presidente dell’Osservatorio internazionale sulla pace, la democrazia e i diritti umani, Aïcha Douihi, proveniente dalle province del sud.
Jean-Marie Heydt è docente-ricercatore, osservatore ed esperto internazionale per le organizzazioni pubbliche. È autore di numerosi lavori recenti, tra cui “Mohammed VI, La visione di un re: azioni e ambizioni” (Éditions Favre, 2019).